Il Decreto Natale, con le festività blindate in casa, le restrizioni sugli spostamenti e il coprifuoco, chiude il 2020 nel segno dell’emergenza, ma a tavola non toglie agli italiani il gusto del mangiare sano e di qualità nel segno della tradizione. Nel carrello, il ridimensionamento della spesa alimentare media è relativo: perde meno degli altri comparti, il 5%, portandosi a 4,6 miliardi di euro tra la Vigilia e Capodanno, secondo le stime di Cia - Agricoltori Italiani. Sarà l’anno del menù tipico regionale, scelto in 2 case su 3, con il classico cenone del 24 a base di pesce per circa 15 milioni di famiglie.
Più in dettaglio, per le tavole natalizie si spenderanno fino a 2,6 miliardi di euro in totale. Quasi 2 miliardi, invece, il budget alimentare previsto per allestire il cenone di Capodanno e il pranzo del primo gennaio. Rispetto ai menù, immancabili le ricette regionali delle aree rurali d’Italia con ragù, bollito, tortellini in brodo, verdure in pastella, abbacchio, pandoro e panettone farciti. Per la prima volta, invece, in calo gli acquisti di zampone e cotechino, i cui consumi, secondo le stime della Cia, caleranno di 1/3 rispetto ai 6 milioni di chili di prodotto - 4 legati alle produzioni Igp - consumati nel 2019. Una batosta, su un giro d’affari prettamente natalizio, da circa 28 milioni di euro.
A compensare, almeno in cucina, le ricette di pesce, che in questi giorni segna come sempre il consumo più elevato dell’anno. Lockdown e, soprattutto, stretta sulla ristorazione hanno tolto al mercato ittico delle feste il 25% degli incassi, ma nelle case non si rinuncerà ai classici. Capitone e spigola in testa, seguiti da baccalà e tonno, ma anche da alici, sarde e sgombri, che avranno la meglio sul pescato più pregiato. Molluschi e crostacei solitamente protagonisti dei cenoni fuori casa, stanno registrando un calo già da mesi.
Il made in Italy trova, comunque, tutti d’accordo, dal cibo alle bevande, fino alla notte di San Silvestro, più sobria, ma con ritrovato gusto per le produzioni nazionali. Spumante e Prosecco trionfano sullo Champagne, con il 90% dei brindisi tricolori e oltre 70 milioni di tappi pronti a saltare da qui all’anno nuovo. Le feste valgono di solito il 35% delle vendite annuali di sparkling in Italia, e anche in questo 2020, nonostante tutto, il settore reggerà. Dei 600 milioni di euro per spumante e vino, finiti sulle tavole durante le festività del 2019, ne andranno persi “solo” 20 milioni (-3%). Tengono Prosecco, Trentodoc, Franciacorta e gli altri vini spumanti nazionali. Inoltre, Prosecco, vino, salumi e prodotti tipici italiani conquistano ancora di più il primato sotto l’albero di Natale. Le strenne con le eccellenze agroalimentari del territorio, spesso consegnate a domicilio direttamente dal produttore, sono tra le scelte regalo più gettonate, scelte da quasi il 40% degli italiani.
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