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A NATALE LA TRADIZIONE DEL PESCE IN TAVOLA NON HA RIVALI E GLI ITALIANI SPENDERANNO 535 MILIONI DI EURO, NONOSTANTE I PREZZI A +1,8%: STIME E “MAPPA DELLE FESTE” DEI PRODOTTI DEL MARE DEL CENTRO STUDI LEGA PESCA. FOCUS: IL MENU LOW COST DI COLDIRETTI

La tradizione italiana di portare il pesce in tavola per Natale e Capodanno rimane imbattuta, secondo le stime del Centro Studi Lega Pesca. Nonostante un aumento generalizzato dei prezzi nel periodo natalizio, infatti, la spesa in prodotti ittici tiene, sia per la cena della Vigilia che negli altri giorni di festa. In particolare, la spesa complessiva, calcolata sulla base della famiglia tipo di quattro persone, è di circa 535 milioni di euro tra pesci, molluschi e crostacei sia di produzione nazionale che importati. E rispetto a un più generale incremento del costo del menu di Natale, stimato oltre il 3,5%, il pesce rimane su un più contenuto 1,8%, grazie alla possibilità di pescare anche nei giorni di 18 e 19 dicembre e 6 gennaio, recuperando i giorni lavorativi, nonché a una contrazione delle specie cosiddette dimenticate come boghe, lampughe, alacce, zerri spatole e palamite.

Acquisti e prenotazioni nella settimana che precede il 25 dicembre consentono al Centro Studi Lega Pesca di confermare alcuni punti cardine nella scelta degli italiani per i menu delle feste. Nel Centro-Nord la tradizione conferma anguille, branzini, orate e cernie, cucinati al forno con una preparazione semplice e di bell’impatto visivo, mentre per i primi piatti la scelta, per i gourmet, cade sull’astice. Al Centro e al Sud le vongole si confermano i molluschi più amati, affiancate da capitone e baccalà, consumati prevalentemente in Puglia, Calabria, Marche e Molise. A seguire il tonno, le acciughe e le sarde, cucinate soprattutto in Sicilia con la pasta. Il capitone napoletano, in Veneto, diventa il “bisato alla veneziana” o arricchisce il “risoto de la visilia”, mentre in Lombardia e in Emilia viene cotto in umido. Il baccalà, altro grande protagonista della tavola del 24, è presente nella cucina tradizionale da Nord a Sud in varie versioni: fritto, in umido, sotto forma di polpette oppure mantecato secondo la tradizione del Nord-Est. E oltre alle specie tipiche della cucina regionale non mancheranno in tavola cozze, gamberetti, scampi, ostriche, pannocchie, pesce spada e calamari. Mentre per il Capodanno si conferma vincente il salmone, sia fresco che affumicato, seguito da crostacei, calamari e dal polipo, sia carpaccio che in insalata.

Tra le specie maggiormente richieste, la spigola nazionale segna al Nord una diminuzione nel prezzo, rispetto allo stesso periodo del 2009, del 25%, mentre al Centro-Sud registra un leggero incremento pari al 3%. Per quanto riguarda, invece, la vongola, insostituibile sulla tavola del Centro-Sud, si registra in quest’area un aumento intorno al 4%. Si conferma, anche quest’anno, una particolare oculatezza del consumatore nella spesa e, a tale proposito, Lega Pesca suggerisce, per un acquisto di qualità e di tutela degli aspetti igienico-sanitari, di guardare a quelle specie, come il pesce azzurro e i cosiddetti pesci poveri, che nel nostro mare abbondano e che, nonostante la loro bontà, registrano una leggera contrazione (-3%) rispetto al 2009.

Focus - Coldiretti: se dal pesce azzurro made in Italy al caviale straniero il prezzo aumenta del 6.000%, ecco i consigli per un menu low cost “tricolore”. Quasi 1 miliardo di euro sarà speso per portare il pesce in tavola la Vigilia

Per non “cadere nelle trappole” del mercato e garantirsi comunque una tavola di qualità ImpresaPesca Coldiretti propone un menu low cost e interamente tricolore che vede come antipasto alici marinate (6 euro) e cozze alla tarantina (3 euro). Per primo, spaghetti alle vongole (9 euro), mentre il piatto forte è rappresentato dalla zuppa o brodetto di pesce (8 euro) fatto di triglie, calamari, moli, tracine, seppie, canocchie e gallinelle. Il tutto sottolinea per quattro persone e per una spesa complessiva di 26 euro. Una cifra molto inferiore rispetto a un menu totalmente straniero che, con antipasto di caviale russo (vasetto da 50 grammi) e gamberetti cinesi, primo al salmone norvegese e secondo di aragosta australiana arriva a costare 470 euro, “senza contare - sottolinea la Coldiretti - il prezzo da pagare in termini di inquinamento atmosferico, visto che si tratta di prodotti spesso congelati che nella maggior parte dei casi devono percorrere lunghe distanze prima di arrivare in tavola.

Quasi un miliardo di euro sarà speso per la cena della Vigilia che vedrà al centro del menu il pesce, che registra proprio in questi giorni il consumo più elevato dell’anno, secondo la stima di ImpresaPesca Coldiretti in vista dell’ appuntamento del 24 dicembre che vede l’immancabile presenza del pesce sulle tavole degli italiani, dal capitone agli scampi secondo le diverse tradizioni regionali. Un’occasione per riscoprire il prodotto made in Italy che, oltre ad essere buono, viene venduto ad un prezzo molto più contenuto rispetto a scelte esterofile che pesano su tasche ed ambiente. “Basti dire che - sottolinea la Coldiretti - dal pesce azzurro made in Italy al caviale straniero il costo per preparare l’antipasto per la cena della Vigilia di Natale aumenta del 6.000%”.

Ma scegliere pesce italiano, secondo la Coldiretti, vuol dire anche sostenere un settore che nel giro di due anni ha perso il 12% della produzione e l’11% dei ricavi, a causa delle importazioni di prodotto straniero che anche nei primi nove mesi del 2010 hanno fatto segnare un aumento del 6% in valore, con il 42% del totale rappresentato dai gamberetti e il 16% dal salmone. Il settore della pesca vede impegnate, in particolare, 13.300 imbarcazioni mentre la “top-ten” delle produzioni è guidata dalle acciughe (54.312 tonnellate), seguite da vongole, sardine, naselli, gamberi bianchi, seppie, pannocchie, triglie, pesce spada e sugarelli. La classifica delle produzioni per volume di fatturato vede invece primeggiare il nasello (90,5 milioni di euro), davanti ad acciughe, seppie, gamberi bianchi, scampi, pesce spada, gamberi rossi, vongole, pannocchie e sogliole. Eppure tre piatti di pesce su quattro che si consumano in Italia sono stranieri ma nessuno lo sa, soprattutto per quanto riguarda quello servito al ristorante dove ImpresaPesca Coldiretti chiede venga introdotta anche l’indicazione della provenienza nei menu. “Mentre al mercato per portare in tavola un pesce fresco italiano al 100% è dunque importante - conclude ImpresaPesca Coldiretti - leggere sempre l’etichetta dove è obbligatorio riportare il nome commerciale della specie, il metodo di produzione, se di cattura o allevamento, la zona Fao di pesca o il paese di provenienza”.

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