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A NOVEMBRE, A CREMONA, GLI “STATI GENERALI” DELL’AGRICOLTURA. COSI’ IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE, SAVERIO ROMANO. “LA RISCRITTURA DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNE NON PUÒ CHE PASSARE DAGLI STATI GENERALI DELL’AGRICOLTURA ...”

“Questo nostro Paese è geograficamente, socialmente ed economicamente diverso: ma questa diversità è una ricchezza di cui si è persa, in parte, la consapevolezza. Queste nostre diversità sono una ricchezza che, motivi di egoismo, regionalismi e particolarismi hanno contribuito ad offuscare, con gravi ripercussioni sul valore irrinunciabile dell’unità. E necessario recuperare i principi della condivisione e della solidarietà nazionale. In fatto di agricoltura la voce del Paese deve essere una soltanto, sebbene nel rispetto delle funzioni e delle prerogative delle varie istituzioni.” Così il Ministro delle Politiche Agricole, Saverio Romano, incontrando il mondo agricolo, oggi, a Ragusa.

“La riscrittura della politica agricola comune non può che passare dagli stati generali dell’agricoltura, che si terranno a metà novembre a Cremona, che dovranno portare ad una proposta nazionale, solidale e condivisa. Mandare in disimpegno automatico delle risorse disponibili - ha proseguito Romano - è una colpa grave di certa politica e di certa burocrazia, ed è una colpa che di certo non contribuisce ad un rafforzamento di credibilità e autorevolezza del nostro Paese in sede europea. Il vero problema del sistema agroalimentare in Sicilia e nel Mezzogiorno è quello della carenza di infrastrutture”.

“La promozione delle nostre produzioni non può che essere quella che fa riferimento al Made in Italy, e in tal senso occorre evitare la frammentazione di un’opera di promozione e di comunicazione commerciale che sinora è stata a dir poco, settoriale e non organica, particolare e quindi inefficace e non programmata e generale come dovrebbe essere”.

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