Pane Guttiau, panelle, l'mbottuto, ginglen: sono i nomi di alcuni pani del Mediterraneo cui è dedicata l'edizione n.6 di "Pane Nostrum", la manifestazione che fino al 17 settembre riunirà a Senigallia i panificatori di quest'area accomunata dal mare, ma anche dal cibo più antico del mondo. E il tema di quest'anno, spiega Giuliano Pediconi, responsabile dei laboratori, vuole appunto evocare l'idea di un Mediterraneo "senza confini". In piazza, oltre ai numerosi stand, ci saranno cinque forni a cielo aperto che i maestri panificatori utilizzeranno per mostrare al pubblico l'arte di fare il pane, con le differenti tecniche da Nord a Sud dell'Europa. Dei forni, uno sarà dedicato alle Marche, con il pane di filiera, due ospiteranno alternativamente i panificatori del Mediterraneo e altri due gli inglesi, i francesi e i tedeschi.
Nel corso della manifestazione si potranno assaggiare il pane pugliese di San Severo e il casereccio calabrese, il pane di Matera e quello toscano di Altopascio, il siciliano di Castel Vetrano e l'abruzzese, e poi il Gross e il Ginglen del Maghreb. Dall'Inghilterra arriveranno il Brown Brad e il Fruited dog, dalla Francia l'intramontabile baguette, le brioches e il Pain aux noix e dalla Germania la Brezel, tipica ciambella salata, il Butter zotfh e il Formel Drotchen, nonché - meno tradizionale ma certamente curioso - il Panino Formula1, a forma di auto. Più che da assaggiare, invece, sarà da ammirare il Pintau, piccola scultura di pane sardo; cestini, centrini e bomboniere di pane sardo saranno esposti anche in una piccola mostra.
A sottolineare lo spirito interculturale della manifestazione contribuirà, sabato 16, la Notte dell'Arte Bianca, che porterà con sé i suoni del Mediterraneo, balli tipici come pizzica, tarantella e tammurriata. Per tutta la notte resteranno aperti i forni a cielo aperto, che sforneranno dolci e maritozzi fino all'alba.
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