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A rischio fame in zone di conflitto 489 milioni di persone. A guidare la “lista nera” composta da 16 Paesi lo Yemen e il Sud Sudan. Sono i drammatici numeri di Fao e Wfp nell’ultimo rapporto sulla sicurezza alimentare delle Nazioni Unite

La sicurezza alimentare nelle zone colpite da conflitto continua a deteriorarsi, e lo sforzo per portare cibo e sostegno nelle comunità colpite rimane di estrema importanza, hanno affermato la Fao (Food and Agriculture Organization) e il Wfp (World Food Programme) al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

L’ultimo rapporto sull’insicurezza alimentare per il Consiglio individua 16 Paesi in situazione molto critica: Afghanistan, Burundi, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Guinea-Bissau, Haiti, Iraq, Libano (per la situazione dei rifugiati siriani), Liberia, Mali, Somalia, Sud Sudan, Sudan, Repubblica Araba Siriana, Ucraina e Yemen, oltre alla regione transfrontaliera del bacino del lago Ciad.

In metà di queste zone, un quarto o più della popolazione è colpita da situazioni di insicurezza alimentare a livello di “crisi” o di “emergenza”, secondo le categorie della scala Ipc per la classificazione dell’insicurezza alimentare. Nello Yemen, il 60% della popolazione colpita (17 milioni); in Sud Sudan, 45% (4,8 milioni); Siria, 33% (6,5 milioni); Libano, 33% (1,9 milioni); Repubblica Centrafricana, 33% (1,1 milioni); Ucraina, 26% (1,2 milioni); Afghanistan, 25% (7,6 milioni); Somalia, 25% (3,1 milioni).

Ma questi non sono gli unici Paesi a destare una seria preoccupazione. Nella Repubblica Democratica del Congo - dove la grave situazione di insicurezza alimentare è stata adombrata dalle crisi scoppiate in altre regioni dell’Africa - la situazione si sta rapidamente deteriorando e l’11% della popolazione è in fase di “crisi”, con 7,7 milioni di persone colpite da una situazione di fame acuta. Stessa cosa in Sudan, dove 3,8 milioni di persone soffrono la fame e in Iraq dove sono 3,2 milioni. 2,9 milioni invece nel bacino del Lago Ciad; 1,8 e 1,3 milioni rispettivamente in Burundi e Haiti.

C’è un elemento comune a tutte le differenti situazioni di insicurezza alimentare nei 16 Paesi monitorati: il conflitto. L’intensificazione dei conflitti è la causa principale alla base del recente aumento della fame nel mondo dopo decenni di costante declino. Il numero di persone colpite dalla fame è salito a 815 milioni nel 2016, quando nel 2015 erano 777 milioni, la maggior parte degli affamati - 489 milioni di persone - vive in zone di conflitto.

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