Pensare alla scuole in campagna è qualcosa che riporta indietro nel tempo, con la mente, agli anni a cavallo della seconda guerra mondiale. Eppure, in questo 2020 di pandemia, in Italia, è qualcosa che potrebbe tornare di attualità. Perché mentre si fa rovente il dibattito sulle modalità di rientro a scuola tra poco più di un mese dalla riapertura prevista, l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) lamenta la mancanza di 20.000 aule su tutto il territorio nazionale, luoghi che servirebbero per consentire agli studenti italiani di stare in classe mantenendo il distanziamento sociale necessario per arginare i contati (sempre che bastino gli insegnati a presidiarle, e si potenzino i trasporti, ndr). In ogni caso, a candidarsi a diventare aule scolastiche sono agriturismi e fattori didattiche di tutto il Paese, come spiegano i giovani imprenditori della Cia-Agricoltori Italiani, che hanno risposto all’appello Anci.
“In Italia ci sono 24.000 aziende agrituristiche, strutture già pronte a rispondere, per loro stessa natura, alle esigenze dei tanti Comuni italiani alla ricerca di luoghi ad hoc per le lezioni del nuovo anno. I locali degli agriturismi sarebbero immediatamente pronti al supporto del mondo dei giovani e della scuola, con il quale hanno già instaurato una partnership feconda, organizzando in sicurezza attività ricreative e educative per bambini nelle fattorie didattiche durante i periodi estivi. Le aziende agrituristiche potrebbero, così, svolgere un ruolo fondamentale nel sostenere i Comuni italiani in difficoltà e, allo stesso tempo, ricavarne una fonte di reddito, andando a compensare le perdite di una stagione irrimediabilmente compromessa dal Covid-19, che ha colpito in modo drammatico tutto il settore del turismo rurale e enogastronomico”.
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