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A TU PER TU CON ALAIN DUCASSE, UNO DEI PIÙ CELEBRI CHEF DEL MONDO, INCONTRATO NELLA SUA UNICA ESPERIENZA ITALIANA, LA BADIOLA, IN MAREMMA, DEL GRUPPO TERRA MORETTI. PARLANDO DI CUCINA, DI MEDIA E DI MANAGEMENT DELLA RISTORAZIONE ...

Non Solo Vino
Alain Ducasse, Carmen De Rosa Moretti e Vittorio Moretti

Ha avuto 21 Stelle Michelin, e con i suoi 20 ristoranti nel mondo, è uno degli chef più affermati di sempre. È “monsieur” Alain Ducasse, che abbiamo incontrato a Tenuta La Badiola, in Maremma, del Gruppo Terra Moretti, la sua unica esperienza in Italia. “Un’esperienza che va bene, è un territorio unico. E perché quello che Vittorio Moretti e Terra Moretti hanno fatto qui è eccezionale. Questa è una destinazione che bisogna saper apprezzare”. Territorio che è sempre più un must per chi cucina ad alti livelli. “Un cuoco deve tutelare quello che ha a disposizione dove si trova - spiega - con l’impegno di fare una cucina con meno grassi, sale, zucchero e proteine, e più cereali e verdure. E questo territorio ci permette di farlo”. Ducasse, tra i grandi chef del mondo, al di là di qualche sporadica partecipazione a programmi come “Master Chef” Usa o simili, è uno dei meno presenti in tv. Cosa pensa della grande esposizione mediatica degli chef, anche come occasione di promozione della cultura della gastronomia? “Per me è importante esprimere una cucina semplice, locale, saporita, rispettosa della natura. Non dico che uno chef deve restare solo in cucina, ma nemmeno fare solo la predica in tv, bisogna esprimersi nei fatti e nelle parole”. Nella ristorazione, oggi, conta più essere un grande chef o un bravo manager? “Uno chef è già un manager, perché deve gestire un’equipe. Prima di tutto, ovviamente, deve essere un buon cuoco. La combinazione di queste due qualità farà di lui un buon chef” ...

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