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A TUTTO BIO: DA DOMANI A BOLOGNA È DI SCENA “SANA”, IL SALONE INTERNAZIONALE DEL BIOLOGICO E DEL NATURALE. IL MINISTRO CATANIA: “COMPARTO IN CONTROTENDENZA E IN CRESCITA IN TEMPO DI CRISI”. LA CURIOSITÀ? LA FOTOGRAFIA DELLE PIANTE OFFICINALI

A tutto bio: da domani alla Fiera di Bologna apre i battenti “Sana 2012”, il Salone internazionale del biologico e del naturale (fino all’11 settembre; info: www.sana.it), comparto, sottolinea il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, “capace di andare in controtendenza e crescere nei momenti di crisi anche nel mercato interno. L’incremento dei consumi del 6% registrato nel primo semestre del 2012 dimostra come gli italiani scelgano sempre di più e con fiducia il prodotto bio. Si tratta di un settore che vale 3 miliardi di euro e che ha delle potenzialità ancora inespresse per la nostra agricoltura. Tre famiglie su quattro ormai acquistano prodotti biologici, si tratta di una tendenza sempre più radicata che è entrata nelle abitudini alimentari degli italiani a cui dovremmo rispondere con una maggiore offerta di prodotto nazionale”.
Secondo le rilevazioni dell’Ismea, infatti, per i prodotti biologici il consumo continua a registrare progressi. Nel 2011 gli acquisti delle famiglie italiane nella Gdo erano cresciuti del 9%. E nel primo semestre 2012 è proseguito il trend positivo in atto da oltre un quinquennio, con un incremento della spesa bio del 6,1% rispetto alla prima metà del 2011. L’analisi sottolinea poi che i consumi di prodotti biologici sono cresciuti a un tasso più sostenuto negli anni della crisi (+7,8% nella media annua) che in quelli precedenti alla recessione del 2008-2009 (+3%).
Il biologico italiano vale, al consumo, circa 3 miliardi di euro e con questi numeri il nostro Paese è quarto nella graduatoria europea, dietro Germania, Francia e Regno Unito, e sesto a livello mondiale. Ismea registra anche una crescita del numero delle famiglie acquirenti, calcolando che, nell’ultimo anno, tre famiglie su quattro hanno acquistato almeno un prodotto biologico e che il 70% della spesa sia riconducibile a un gruppo di acquirenti più o meno consolidato.
E tra le curiosità di scena al Salone, una è firmata proprio dall’Ismea, che, in collaborazione con la Federazione italiana produttori di piante officinali (Fippo) e il Ministero delle Politiche Agricole promuove il 10 settembre il seminario “Opportunità per la filiera delle piante officinali con le nuove politiche di sviluppo nazionali e comunitarie”.
I lavori saranno dedicati alle attività svolte dal tavolo di filiera costituito dal Ministero con l’obiettivo di favorire la crescita del comparto, anche alla luce della riforma della Pac, e nel quale l’Ismea ha ricevuto il mandato di realizzare uno studio propedeutico alla realizzazione di un Osservatorio permanente sul settore delle piante officinali, costituito in Italia da 2.938 aziende, per oltre 7.000 ettari investiti. Dal 2000 al 2010, spiega l’Ismea, è diminuito il numero di aziende mentre è aumentata la superficie complessiva, con quella media aziendale passata da 0,55 a 2,45 ettari. I dati sull’interscambio con l’estero indicano, nel 2011, un valore delle importazioni di poco inferiore a un miliardo di euro, a fronte di un export per 413 milioni. Nell’ultimo decennio le vendite oltre frontiera sono cresciute a un tasso medio annuo del 4,4%, contro il più 3,6% delle importazioni. Tra i prodotti più esportati si annoverano i succhi ed estratti vegetali, le sostanze odorifere ad uso alimentare e gli oli essenziali che, assieme al bergamotto fresco, sono gli unici a mostrare una bilancia in attivo.

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