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ABITUDINARI, SOCIALIZZANTI, TERRITORIALI, RITUALI, WINE LOVERS, INDIFFERENTI: GLI AMANTI DEL BUON BERE SI DIVIDONO IN TRIBÙ. LA FOTOGRAFIA DELLO STUDIO PROMOSSO DA VINITALY 2009 CONDOTTO DA BOCCONI TROVATO & PARTNERS

Gli amanti di Bacco si dividono in tribù: dagli “abitudinari” ai “socializzanti”, dai “territoriali” ai “rituali”, dai “wine lovers” agli “indifferenti”, queste le categorie che raggruppano gli amanti del buon bere. È quanto emerge da uno studio promosso da Vinitaly 2009 e condotto da Bocconi Trovato&Partners su un campione rappresentativo della popolazione di 1000 tra uomini e donne, dai 18 anni in su, per individuare esigenze, abitudini di consumo e conoscenza del vino da parte degli italiani.

La ricerca - Vediamo i profili ...
Gli abitudinari:
bevono vino tutti i giorni, preferiscono farlo compagnia, anche se è tra loro che è più alta la percentuale di chi un buon bicchiere di vino se lo gusta anche da solo. Rappresentano da soli il 46% di chi beve vino, e in questa tribù la prevalenza è maschile (64%, contro il 36% di donne). In 45-65enni (48,1%) e over 65 (25,1%), sono cresciute ai tempi in cui la famiglia si riuniva a tavola e il vino rappresentava un elemento imprescindibile, alla stregua del pane. Gli appartenenti a questa tribù “abitano” soprattutto nelle regioni del Sud e Isole (35,7 %) e a scegliere “cosa bere” è soprattutto “lui” (il 72,4%). Per quanto riguarda i criteri di scelta, se è importante il tipo di cibo a cui lo si abbina, a prevalere, ben al di sopra della media nazionale, sono i gusti personali (72,6% degli appartenenti a questa tribù, contro la media nazionale del 68,8%) oltre all prezzo, che, visto il consumo quotidiano, assume una maggior rilevanza rispetto alla media (26,3 %, contro il 24%). Ed è anche per questo che preferiscono acquistarlo in maggiori quantità, magari rivolgendosi direttamente alla cantina produttrice (51 %, rispetto a una media del 40,2%), e frequentemente (il 50,4% acquista almeno ogni 2 settimane).
I socializzanti: il vino non è sulle loro tavole ogni giorno, e il suo consumo è legato ai momenti di libertà, in cui prendersi il proprio tempo, fare le cose che si preferiscono e soprattutto stare con gli amici, non importa se in casa o fuori casa. Il vino insomma è un piacere che va condiviso e che serve a sottolineare i momenti più belli della settimana (a questa tribù appartengono coloro che bevono vino 2 o 3 volte la settimana, ma anche coloro che lo fa una volta alla settimana). Numerosissimi gli under 30, cresciuti senza il vino sulle tavole, quando il vino è diventato “tendenza” e ha trovato grandi spazi sui media generalisti. Tra le caratteristiche peculiari di questa tribù (a cui appartengono in modo quasi paritario uomini e donne) c’è sicuramente una maggior propensione a “delegare” ad altri la scelta del vino, che il 22% fa scegliere agli amici (contro il 10,7% della media nazionale). A differenziare questa tribù anche l’occasione di bere vino: a predominare è il consumo fuori casa: l’80% lo fa quando è fuori con gli amici (contro il 48,8% della media nazionale), oltre al fatto che il vino sembra quasi “inconcepibile” se non bevuto in compagnia, tanto che il 4,0%, contro il 10,7% a livello nazionale, ha detto di gustarselo anche da solo, mentre il 68%, contro il 48,8% della media nazionale ha risposto “con gli amici”. Spesso è la situazione in cui lo si berrà a guidare la scelta del vino, (come sottolinea il 26% , contro il 17,4% che a livello nazionale ha dato questa risposta), e questo fa sì che per loro assuma un rilievo maggiore rispetto ad altre tribù, l’enoteca (28%, contro il 15,2% della media nazionale).
I “territoriali”: sono legati al vino viene prodotto nelle loro zone, e non a caso il 54,5% di loro dice di conoscere molto bene i vini del territorio di appartenenza e poco gli altri, compresi quelli italiani che però vengono prodotti in altre zone (in media il 36,6% ha dato questa risposta). Naturalmente è una tribù particolarmente presente nelle zone di maggior produzione: molto presenti nel Nord Ovest (28,8%) e nel Sud e Isole (42,4%). Si tratta di una tribù molto trasversale per quanto concerne l’età, ma anche le professioni esercitate, anche se i riscontra una percentuale maggiore rispetto tra pensionati e casalinghe (62,1%). Un legame con il territorio che si esprime fortemente nella scelta del “luogo” dove fanno i loro acquisti di vino: in questa tribù si registra infatti una netta prevalenza dell’acquisto diretto in cantina (50,0%, contro un 40,2% a livello nazionale). Un acquisto che spesso è strettamente legato alla conoscenza diretta del produttore (l’8%, contro il 3% del campione lo indica come ragione principale dell’acquisto) e che prende spunto dal consiglio diretto di amici (39,3%) o di parenti (39,3%). Come la maggior parte delle tribù, gli appartenenti ai “territoriali” preferiscono dividere una buona bottiglia con gli amici, ma non tanto nel fuori casa, come avviene per i socievoli, ma quando li invitano a casa (34,1%, contro il 26,6% a livello nazionale), sono infatti “orgogliosi” dei prodotti della loro terra e ci tengono a “presentarli” ad ospiti e amici.
I “rituali”: limitano il consumo di vino alle occasioni veramente speciali, dove però diventa un elemento imprescindibile e a cui non è proprio possibile rinunciare. Di questa tribù fanno parte soprattutto le donne. Cresciuti “lontano” dalla cultura del vino (dove il pranzo come momento aggregante di tutta la famiglia si stava andando perdendo), nel mondo della Milano da Bere, dove il nettare di bacco era in forte declino, a discapito di aperitivi e cocktails, che veniva associato solo ad alcune occasioni particolari, dove assumeva il ruolo di “rito”. Oggi lo bevono una volta alla settimana oppure tre o quattro volte all’anno (50,4%, contro una media del 12,8%), limitandosi a volte a ricorrenze come compleanni, anniversari e feste comandate (associa il vino a questi momenti il 64% degli appartenenti a questa tribù, rispetto al 18,5% della media). Per lo più, nella scelta del vino si affidano al proprio partner (35,3%, contro la media del 30,3%), ed è con lui o con gli amici che lo bevono. Scelgono il vino in base alla situazione in cui lo berranno (come prima ragione di scelta è del 12,1% contro il 5% del campione). E per loro l’occasione per stappare una buona bottiglia deve esser veramente speciale (come ha risposto il 64% delle appartenenti a questa tribù, contro la media del 18,5% che ha dato la medesima risposta).
I “wine lovers”: sono i super appassionati, lo “zoccolo duro”, per i quali il vino non è solo un piacere, ma una vera e propria passione (18,6 % contro la media dell’11,7%). In questa tribù di grandi appassionati e super intenditori (sono quel 16,3% che conosce caratteristiche, origine e abbinamenti di oltre 20 etichette e quel 20,9 % che dice di conoscere bene sia i vini italiani che quelli stranieri) predominano ancora gli uomini, ma inizia a farsi sentire anche la presenza femminile. Sul totale di chi beve vino sono circa il 4%, e per una bottiglia da consumare durante un normale pasto sarebbero disponibili a spendere anche tra gli 8,5 e i 15 Euro (9,3%), arrivando a 500 per occasioni speciali. Il 93% sceglie il vino personalmente o lascia scegliere al partner. Appartengono in genere alle fasce più alte della popolazione, con maggiore disponibilità di spesa ma sono abbastanza trasversali tra le differenti fasce di età. Sicuramente sono sopra la media per quanto riguarda le enoteche (18,6%, rispetto al 15,5% con gli under 30 che arrivano al 25%), ma appassionati viaggiatori del vino, frequentano anche cantine e bottiglierie. Curiosi (sono quel 5% che segue corsi e degustazioni e che partecipa a tour del vino), informati (seguono riviste e Tv specializzate più delle altre tribù) ed aperti alla sperimentazione (8,7%), anche se molto attenti alla “firma” del vino, che rimane uno dei criteri fondamentali nella scelta insieme al momento in cui lo consumerà (58,2 %), molto più del prezzo, anche in tempi di crisi.
Gli “indifferenti”: ovvero coloro che non hanno molte “pretese”. Il 92% non ha alcuna conoscenza del vino, coloro che hanno una conoscenza, affermano di conoscere da 1 a 5 tipi di vini (83,3%). Il 67% è al di sopra dei 46 anni, sono per il 58% donne. Per quanto riguarda la frequenza con cui bevono il vino e con cui lo acquistano si distribuiscono uniformemente e non presentano peculiarità. Il 28,9% dà come motivo principale per la scelta del vino il prezzo (contro il 24% del campione). Acquistano soprattutto nella grande distribuzione (51,3% contro il 39,1% della media nazionale) e il 12,5% ha informazioni grazie alla pubblicità (5% media nazionale), forse anche per questo motivo la “firma” di un produttore è o un fattore importante per la scelta (27,6%). Per chi invece non segue la pubblicità, il “marchio” non rappresenta un fattore determinante (23,7%).

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