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ACCADEMIA DEI GEORGOFILI: “IN ITALIA 400/500.000 AZIENDE AGRICOLE SONO FORTI …”

Quante sono le aziende agricole realmente produttive in Italia? A questo quesito ha cercato di rispondere l’interessante lettura “Nuove immagini statistiche dell’agricoltura italiana” che ha tenuto, all’Accademia dei Georgofili, Valerio Merlo, docente di sociologia economica alla Facoltà di Scienze Politiche della Libera Università San Pio V di Roma.

Lo scopo era quello di presentare e confrontare le nuove immagini statistiche dell’agricoltura italiana che scaturiscono da due recenti pubblicazioni (la prima curata dall’Istat e la seconda dall’Eurostat), entrambe volte a mettere a fuoco con maggior precisione il quadro strutturale del settore e consentire una più corretta valutazione della sua posizione nel contesto europeo”, ha spiegato Merlo.

L’ultimo censimento compiuto rileva l’esistenza di ben due milioni e mezzo di strutture produttive in Italia anche se solo 1 milione di aziende agricole risultano iscritte nei registri delle Camere di Commercio. In realtà, però, molti sono convinti che la vera base produttiva agricola del nostro Paese coincida con un nucleo forte di aziende, composto al massimo da 400-500.000 unità.

“Questa terza agricoltura, che contribuisce soltanto con un 15-20% alla produzione agricola italiana, tuttavia, è una realtà sociologica importante - ha suggerito Merlo - e l’Italia non può abbandonarla. Bisogna rivedere le politiche agrarie, a cominciare da quella comune europea, a oggi troppo darwinista e rivolta cioè a sostenere e promuovere soltanto l’efficienza e la competitività delle aziende, anche attraverso una selezione più accurata dei soggetti destinatari degli interventi. A dire il vero, ultimamente non sono mancati i tentativi di migliorare la rappresentazione statistica del settore e ne sono due esempi proprio le nuove statistiche proposte dall’Istat e dall’Eurostat, le quali, pur partendo dalle fonti tradizionali - il censimento dell’agricoltura e l’indagine comunitaria sulle strutture agrarie - arrivano a suggerire delle immagini meno improbabili della realtà strutturale del settore. Esse inoltre - ed è questa una ragione non secondaria del loro interesse - aiutano anche a dare una risposta più convincente alla domanda “quante sono veramente le aziende agricole in Italia?”, domanda che non appare per niente oziosa nel momento in cui si auspica giustamente che le politiche agrarie, a cominciare da quella comune europea, siano più direttamente finalizzate a promuovere l’efficienza e la competitività delle aziende, anche attraverso una selezione più accurata dei soggetti destinatari degli interventi.

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