In attesa della pubblicazione del testo finale e quindi di conoscere la parola “fine” sulla telenovela dei dazi Usa all’Europa https://winenews.it/it/dazi-usa-15-sulle-merci-ue-dal-1-agosto-ma-il-vino-spera-ancora-nella-lista-zero-per-zero_564514/, con la certezza (ad ora) che non si andrà oltre il 15% e dell’applicazione dall’1 agosto (salvo nuovi rinvii), ma con la speranza, da parte del mondo del vino e dell’agroalimentare in generale, di rientrare nelle tariffe “zero” (in una lista ancora da chiudere), misura che darebbe una boccata di ossigeno ad un anno pieno di sfide, alcune complicate, per il settore enoico.
Ma le prime reazioni, dopo l’incontro di ieri tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e la presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, da parte delle rappresentanze dell’agricoltura non sono tardate ad arrivare. Ad iniziare da Coldiretti che, con il presidente Ettore Prandini, commenta come l’accordo Usa-Ue “con tariffe al 15% è sicuramente migliorativo rispetto all’ipotesi iniziale del 30%, che avrebbe causato danni fino a 2,3 miliardi di euro per i consumatori americani e per il made in Italy agroalimentare. Tuttavia, il nuovo assetto tariffario, avrà impatti differenziati tra i settori e deve essere accompagnato da compensazioni europee per le filiere penalizzate anche considerando la svalutazione del dollaro. Dobbiamo aspettare di capire bene i termini dell’accordo e soprattutto di leggere la lista dei prodotti agroalimentari a dazio zero sui quali ci auguriamo che la Commissione Ue lavori per far rientrare, ad esempio, il vino che altrimenti sarebbe pesantemente penalizzato”. Per Coldiretti “non possono essere ammessi in Italia prodotti agroalimentari che non rispettano gli stessi standard sanitari, ambientali e sociali imposti alle imprese europee. È fondamentale che l’Unione Europea continui a difendere con fermezza il sistema delle Indicazioni Geografiche, che rappresentano una garanzia di qualità e origine, e un presidio culturale ed economico del nostro cibo”. Il segretario generale della Coldiretti, Vincenzo Gesmundo, ha aggiunto che “abbiamo sempre spinto per un accordo e per superare l’incertezza che stava creando danni seri alle nostre imprese. Gli Stati Uniti restano un mercato fondamentale, dove dobbiamo proteggere i consumatori dalle imitazioni del falso made in Italy. In un mercato già invaso da prodotti come il parmesan o il romano cheese made in Usa, dobbiamo portare avanti un’azione strutturale per promuovere il made in Italy autentico e contrastare l’italian sounding, che negli Stati Uniti provoca ogni anno perdite stimate in oltre 40 miliardi di euro”.
Il presidente Fedagripesca Confcooperative Raffaele Drei, dal canto suo, sostiene che “anche se non si conoscono ancora i dettagli, quello annunciato ieri non è sicuramente un buon accordo per le nostre imprese: temiamo possa avere un grave impatto sulla competitività delle nostre filiere agroalimentari. Le aziende che operano nel comparto agroalimentare saranno costrette ad affrontare un incremento delle tariffe sulle loro esportazioni, a cui si aggiunge l’ effetto della svalutazione del dollaro, senza riuscire ad assorbirne l’impatto perché non godono di marginalità così alte. Siamo molti preoccupati per la tenuta del sistema e anche per l’inevitabile contraccolpo sul mercato interno. Per questo il nostro auspicio è che si continui in queste ore a lavorare sulla lista dei prodotti a dazio nullo, cercando di includere prodotti come vino e formaggi”. Drei parla di “un momento assai delicato per il settore”, considerato che “i nuovi dazi arrivano a pochi giorni dalla presentazione della proposta per il nuovo bilancio dell’Unione Europa che risulta assai penalizzante per il comparto e che è stata fortemente criticata da tutte le associazioni agricole. Non possiamo più reggere il doppio colpo. L’Europa assuma decisioni e studi contromisure che possano riuscire a far recuperare competitività alle filiere”. In particolare, “dalla Presidente Von der Leyen ci aspettiamo che riveda la proposta inaccettabile di tagli al bilancio agricolo, decisione apparsa non coerente con la volontà espressa a inizio mandato di dare centralità al settore agroalimentare. Più in generale, chiarisca quale strategia intende perseguire per il settore agroalimentare. Si continuano a fare scelte in tema di standard produttivi attraverso normative ai limiti della sostenibilità, contrariamente a ciò che avviene nel resto del mondo. Se si continua così, il settore rischia il tracollo”.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025