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ADDIO ALLA FATTORIA VIRTUALE PER 83 MILIONI DI CYBER-AGRICOLTORI: CAUSA QUERRELLE FACEBOOK-“FARMVILLE”, SECONDO IL “TIMES” POTREBBERO RITROVARSI SENZA TERRENI DA COLTIVARE SUL WEB ...

Facebook deve il suo successo anche a FarmVille, uno dei games più diffusi in rete. Ma il matrimonio tanto fortunato tra il social network, che oggi registra oltre 400 milioni di utenti in tutto il mondo (16 milioni solo in Italia), e il produttore di giochi online Zynga si sta incrinando per questioni di soldi. Così da un giorno all’altro tutti gli appassionati di coltivazioni e allevamenti di bestiame virtuali potrebbero ritrovarsi senza più niente. E allora non resterebbe che adottare mucche in carne ed ossa, una pratica non così desueta, visto il “boom di adozioni”, forse, proprio sulla scia di FarmVille. Secondo il quotidiano britannico “Times”, infatti, Facebook avrebbe deciso di modificare gli accordi con Zynga e le altre aziende che costruiscono applicazioni per il sito.

In particolare, la volontà di Facebook è quella di applicare una commissione del 30% su tutte le transazioni finanziarie effettuate sul portale di proprietà. Una decisione che non va giù all’azienda software Zynga, tra l’altro creatrice anche di FishVille e CafèWorld. Perché, è vero che FarmVille è gratis, ma come sanno i ben 83 milioni di pollici verdi virtuali che transitano nel gioco ogni mese, per salire di livello è necessario acquistare alcuni elementi con piccole quantità di denaro vero. Fatto qualche conto, il giro d’affari per Zynga non è male: circa 150 milioni di dollari l’anno. E l’azienda non è disposta a cederne una parte.

Aspettando mosse strategiche e una svolta per tranqullizzare tutti i cyber-agricoltori che popolano FarmVille, si può sempre adottare un animale vero. E’ il nuovo trend che cattura tante persone con la passione della campagna. Secondo la Coldiretti, infatti, “è boom delle adozioni in agricoltura dove si moltiplicano i cittadini che vogliono diventare partner delle aziende agricole, condividendone i rischi e le opportunità nell’attività di allevamento e in quelle di coltivazione”. Un gran numero di persone ha così deciso di seguire il processo produttivo dell’azienda agricole direttamente o attraverso il web. Si sta manifestando la tendenza, spiega Coldiretti, a scegliere questo nuova strada come “fosse un modo per garantirsi una sorta di “second life” e trasformarsi in “avatar” della campagna, ma anche per assicurarsi forniture di prodotti alimentari genuini, freschi, di origine garantita con il miglior rapporto qualità-prezzo, grazie al taglio di tutte le intermediazioni. Non manca peraltro - conclude l’organizzazione - il valore etico di un’operazione che aiuta a salvare l’agricoltura del territorio e con essa l’ambiente, il paesaggio, le tradizioni e una cultura locale che si tramanda nei secoli”.

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