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Vino: per Brunello 2010 chiuso in positivo e 2011 partito con slancio report di WineNews, consumi su in Italia e all’estero il mondo ha sete di Brunello di Montalcino: è il “sentiment” di tanti dei più importanti produttori, per dimensione o per blasone, sentiti da WineNews alla vigilia di “Benvenuto Brunello” (18-21 febbraio, Montalcino). Se il 2010 si è chiuso, con un bilancio quanto meno in pareggio, ma spesso in crescita a doppia cifra, anche con aumenti di fatturato fino al 35% sul 2009, nonostante una situazione economica ancora difficile, l’avvio di 2011 sembra registrare una ripartenza “a tavoletta” della Ferrari dell’enologia toscana. Tanto che qualche cantina dichiara di aver già praticamente finito il Brunello 2006. Ordinativi in crescita sugli inizi del 2010, recensioni più che positive sulle stampa nazionale e internazionale per il millesimo 2006, e soprattutto la conferma da parte della filiera, che le bottiglie annata 2005 spedite alla fine dello scorso sono state consumate, hanno creato un clima positivo, con tutte le cautele del caso, che mette d’accordo cantine molto diverse tra loro, da Castello Banfi a Tenimenti Angelini, da Casanova di Neri a Ciacci Piccolomini, da Pian delle Vigne (Antinori) a Castelgiocondo (Frescobaldi), da Col d’Orcia a Fattoria dei Barbi, da Castello di Romitorio a Camigliano, da Siro Pacenti a Costanti. La preoccupazione comune, dunque, non sono tanto i consumi, ma la forbice tra i Brunello più costosi e quelli di prezzo più basso, scesi anche sotto i 10 euro in enoteca, che di certo non giova al prestigio complessivo della denominazione, che vede esportare il 60% della produzione del territorio, per un giro d’affari di 140 milioni di euro. In ogni caso, anche se una rondine non fa primavera, il Brunello di Montalcino, uno dei vini più importanti d’Italia e del mondo per storia ed immagine, sembra aver ritrovato un nuovo slancio ed una maggiore serenità e fiducia per il futuro. Ma, intanto, anche Montalcino rende omaggio ai 150 anni di Unità d’Italia, con un talk show (il 18 febbraio), moderato dal giornalista Daniele Cernilli, con esponenti di alcune delle famiglie che hanno vissuto e fatto la storia dell’enologia del Belpaese. E intanto c’è chi, da Montalcino, guarda anche ad altri territori del vino italiano, come Tenimenti Angelini, già proprietaria di cantine importanti anche nel Chianti Classico, a Montepulciano e in Friuli che, per voce del nuovo ad, Jordi Ballestè, ha confermato l’interesse del gruppo ad investire nel Barolo ed in Valpolicella.

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