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Vino: il 19 novembre Hong Kong capitale mondiale delle aste in primo piano le bottiglie italiane più famose ... Più che un’asta, un’autentica sfida. Da raccogliere ora: con oltre 300 milioni di euro di fatturato nel 2010, Hong Kong non è solo la capitale mondiale delle aste del vino, dove le etichette d’oltralpe dominano incontrastate e i vini italiani sono rimasti fino ad oggi pressoché esclusi, ma la porta di entrata all’Asia e ai suoi mercati. è qui che, secondo quanto riportato dal sito WineNews, il 19 novembre, al ristorante stellato “Domani”, è di scena la prima vendita all’incanto di vini italiani mai tenuta ad Hong Kong, organizzata da Gelardini Romani Wine Auction, la prima casa d’aste italiana specializzata in vino, con i vini simbolo del Belpaese enoico, come Masseto 1997 o il prototipo di Ornellaia 1984, Sassicaia di vari millesimi, Barolo di Bruno Giacosa e Giacomo Conterno, Barbaresco firmato Gaja, Tignanello, e Solaia di Antinori, fino ad un vero e proprio “pezzo” di storia come il Brunello di Montalcino Riserva 1955 di Biondi Santi. Una “prima” in grande stile, proprio nel mercato asiatico più vivace, dove il vino è uno “status symbol”, e dove far conoscere le eccellenze più prestigiose può essere il primo passo per “sdoganare” tutto il sistema vino tricolore. In catalogo 456 lotti ed oltre 3.000 fra bottiglie, fra Magnum, Jeroboam e Imperiali. I più prestigiosi? Masseto 1997 Magnum, 2001 Doppio Magnum, 2004 Imperiale direttamente dalla Tenuta dell’Ornellaia; Monfortino, ¼ di Brenta 1952 e 1970, bottiglia 1926 (seconda annata); Redigaffi, Doppio Magnum 1997 e 2003, direttamente da Tua Rita; Biondi Santi, Brunello di Montalcino Riserva 1955, 1958, 1964 ricolmate con certificato; Gaja, Barbaresco 1971; Bruno Giacosa Asili Riserva 1967; Ornellaia 1984 prototipo, e ancora Castello di Ama, 1 Salmanazar (9 litri) L’Apparita 2006, Tenuta San Guido, 1 bottiglia Sassicaia 1968, Antinori, Doppia Magnum Tignanello e Solaia 1971, Casanova di Neri, Doppia Magnum Brunello di Montalcino Tenuta Nuova 2001. Il tutto, di fronte a collezionisti, giornalisti ed addetti ai lavori, che avendo fatto esperienza diretta e guidata di ciò che rende unica l’Italia del vino nel mondo, potranno diventare a loro volta promotori dell’eccellenza del made in Italy enoico, da Hong Kong alla Cina. La conquista dell’Italia del vino all’Asia, parte dunque dal ricco mercato delle aste di Hong Kong, dove i grandi vini italiani sono rimasti fino ad oggi pressoché esclusi essenzialmente per le scelte commerciali delle grandi case d’asta anglosassoni che lo dominano e che in ragione della maggiore visibilità e del maggior valore collezionistico dei vini d’oltralpe hanno pressoché marginalizzato i nostri vini di punta, dedicandogli nel migliore dei casi un 2% del catalogo. Con Gelardini Romani Wine Auction, a raccogliere la sfida della prima asta 100% made in Italy, nell’anno in cui si celebrano i 150 anni dell’Unità, sono alcune fra le più prestigiose e dinamiche cantine italiane, che oltre ad aver messo a disposizione delle bottiglie per le degustazioni che precederanno l’asta nei due più prestigiosi ristoranti italiani stellati di Hong Kong, “Domani” ed “Otto e 1/2 Bombana”, hanno arricchito il catalogo con l’affidamento di importanti lotti provenienti dalle proprie collezioni aziendali. Degustazioni, che culmineranno con la grande degustazione che si terrà durante l’asta ed in cui saranno offerte annate mature dei più pregiati Cru d’Italia. Ma, soprattutto, la conquista dell’Asia, passa attraverso un’ambiziosa iniziativa di “comunicazione”, spiega la Gelardini Romani Wine Auction, basata sulla classificazione dei Grand Cru d’Italia - il top del vino italiano, classificato in base al maggior livello di prezzo ed alla minore percentuale di lotti invenduti registrati nelle proprie vendite all’asta, ovvero attraverso lo stesso parametro di prezzo utilizzato per la classificazione di Bordeaux del 1855 - per contribuire a colmare il gap esistente fra i grandi vini d’oltralpe ed i Grand Cru d’Italia, in un momento in cui i prezzi dei Grand Cru francesi sono diventati insostenibili anche per il ricco mercato asiatico, mentre le eccellenze del vino italiano offrono ancora un interessantissimo rapporto qualità prezzo, riconosciuto da tutti gli addetti ai lavori, ma ancora poco noto al grande pubblico asiatico.

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