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Vino: etichette italiane da record all’asta a Hong Kong al top Conterno, Barolo Monfortino 1970 e Ornellaia ... L’Italia del vino ad Hong Kong? Sbanca, letteralmente, e fa registrare un successo clamoroso, tanto da far pensare che i tempi siano maturi perché le etichette italiane possano competere con quelle d’Oltralpe che dominano incontrastate, con l’interesse del pubblico concentrato tutto sui Grand Cru, come succede da anni in Italia, un’occasione unica e da non perdere, a patto che il mondo del vino italiano proceda unito, senza pensarci due volte. Secondo quanto scrive WineNews, a dimostrarlo, i 3.300.000,00 HK dollari (oltre 300.000,00 euro) di incasso record, risultato della prima asta 100% made in Italy mai tenuta ad Hong Kong, nuova capitale mondiale delle vendite all’incanto, organizzata il 19 novembre al ristorante “Domani” da Gelardini and Romani Wine Auction, prima casa d’aste italiana specializzata in vino, che ha visto aggiudicato il 94% del valore di base d’asta. Protagoniste, etichette “mito” del Belpaese, come Giacomo Conterno, Barolo Monfortino 1970 (1/4 di Brenta) che guida la £Top 5” delle aggiudicazioni con 78.000,00 HK dollari, seguito da Tenuta dell’Ornellaia, 1 Imperiale Masseto 2004 (70.000,00 HK dollari) e 3 Magnum Masseto 1997 (45.500,00 HK dollari), ancora Giacomo Conterno, 12 bottiglie Barolo Monfortino 2001 (42.000,00 HK dollari), e di nuovo Tenuta dell’Ornellaia, 1 Doppio Magnum Masseto 2001 (42.000,00 HK dollari). Ma il risultato delle “punte di diamante” dell’Italia del vino va molto oltre, e dimostra come “i tempi sono maturi perché i grandi vini italiani possano competere alla pari con i cugini d’Oltralpe - spiega Raimondo Romani - ma senza un progetto condiviso in tal senso da parte delle aziende che rappresentano il meglio dell’enologia italiana si rischia di perdere un’occasione unica. In linea con quanto registriamo da anni in Italia, anche ad Hong Kong, l’interesse del pubblico si è concentrato esclusivamente attorno ai Grand Cru d’Italia da noi classificati, infatti i pochi lotti in catalogo che riguardavano vini al di fuori della classificazione sono andati al 90% invenduti”. Un pubblico, molto più competente di quanto ci si possa immaginare, grazie alla formazione fatta dai francesi, con un maggiore interesse, rispetto all’Italia in particolare, per le bottiglie da 0,75 con più di 30 anni. A dimostrarlo, i lotti che hanno fatto registrare i maggiori incrementi su base d’asta, come Gaja, Barbaresco 1976 (1 bottiglia, 280%), Giacomo Conterno, Barolo Monfortino 1949 (1 bottiglia, 183%) e Biondi Santi, Brunello di Montalcino Riserva 1958 (1 bottiglia, 183%). E se i prezzi battuti ad Hong Kong sono sostanzialmente in linea con quelli europei, una differenza importante con il mercato del Vecchio Continente c’è, “e sono i volumi - aggiunge Romani - incredibilmente maggiori, che il mercato di Hong Kong riesce ad assorbire, tanto che nonostante sia stata la nostra prima asta ad Hong Kong l’incasso è stato del 60% in più rispetto all’ultima asta battuta a Roma (lo scorso ottobre, ndr), la migliore di sempre, in termini di volumi, fino a quel momento”. E per ora, visto che la prossima asta di Grand Cru d’Italia ad Hong Kong di Gelardini and Romani è fissata per marzo 2012.

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