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Vino: WineNews, imprenditore argentino acquista tenuta a Montalcino 134 ettari di terreno, di cui 25 a vigneto (15 a Brunello) ... Il Brunello “balla” a ritmo di tango: stando ai rumors di WineNews, uno dei siti più cliccati del mondo del vino italiano, un importante imprenditore argentino, con già altri interessi nell’agricoltura (in Chianti Classico, con Dievole), avrebbe acquistato a Montalcino, 134 ettari di terreno, di cui 25 a vigneto (15 a Brunello e 10 tra Rosso e Sant’Antimo), oltre ad un casale di 800 metri quadrati (da ristrutturare), di proprietà di Stefano Cinelli Colombini, per un cifra sui 15 milioni di euro. Una proprietà “fisicamente” staccata (Poggio Landi) dalla Fattoria dei Barbi, storica tenuta della famiglia Cinelli Colombini, tra le più antiche di Montalcino, acquisita nel Dopoguerra, vicino a Castiglion del Bosco. Il Brunello e Montalcino, dunque, si confermano binomio vino-territorio capaci di attrarre investimenti e capitali “dall’esterno”, che siano dall’estero o da altri settori economici, anche in tempi di crisi. Quello argentino, infatti, se concretizzato, sarebbe solo l’ultimo, in ordine di tempo, di una serie di investimenti importanti sul territorio e sul suo vino, tra i più importanti d’Italia e del mondo (come testimoniano i dati di mercato e anche i tanti riconoscimenti della critica internazionale arrivati negli ultimi mesi) è di solo poche settimane fa la notizia (anticipata da WineNews) dell’acquisto della Tenuta Oliveto, di proprietà della famiglia Machetti, valutata 8 milioni di euro, da parte della Soleya International Corporation di Panama. O, ancora, per citare le più recenti, le acquisizioni de Il Giardinello da parte di Louis Camilleri, ceo del colosso Philip Morris International, o di Mastrojanni, oggi del gruppo del caffè illy, o Castiglion del Bosco, della griffe della moda Ferragamo. O, ancora, de Il Palazzone da parte di Richard Parsons, ex ad di Time Warner e Citigroup (e consigliere del presidente Usa, Barack Obama), o Poggio di Sotto, una delle aziende di riferimento del Brunello di Montalcino, da parte di Claudio Tipa, patron di ColleMassari e zio di Ernesto Bertarelli, lo svizzero “mister Alinghi”, per anni leader dell’America’s Cup e, in passato, principale azionista dell’industria biotecnologica Serono. Per non dimenticare, ovviamente, i pionieri degli investimenti stranieri a Montalcino, come la famiglia italo-americana Mariani che, negli anni ’70, hanno creato la Castello Banfi.

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