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Salute: Francia, studio indica alcol come uno dei maggiori pericoli rapporto interministeriale chiede di alzare il livello di tassazione … Se la Francia si sta lentamente risollevando dal torpore economico della crisi, è anche per merito del vino e degli alcolici, un settore, riferisce il sito Winenews.it, che rappresenta il secondo attivo commerciale del Paese, con 11,2 miliardi di valore dell’export, superato solo dall’industria aeronautica. Cifre che danno la dimensione di quanto forte sia il mondo del vino anche in termini politici, con più di cento deputati iscritti all’Associazione degli eletti della vigna e del vino: una vera e propria lobby, che finora ha permesso al mondo enoico di dormire sonni relativamente tranquilli, sia in termini di divieti che di tassazione, il nodo che il governo Hollande sta faticosamente cercando di sciogliere da mesi, mediando tra le esigenze dei produttori e quelle delle esangui casse statali. Ma al di là delle questioni permanente economiche, a scalfire le certezze dei vigneron è spuntato un documento che per diversi mesi è passato da un cassetto all’altro senza mai vedere la luce del sole: il rapporto sulle droghe e le tossicomanie, frutto del lavoro di una commissione interministeriale che lascia poco spazio alle interpretazioni, ed inchioda l’alcol, compreso il vino, come uno dei pericoli maggiori per la salute pubblica. All’abuso di alcolici, infatti, sono legate il 25% di tutte le condanne penali, addirittura il 40% delle violenze coniugali, ed il 30% delle violenze sessuali, mentre un bambino maltrattato su quattro è vittima di genitori alcolisti. In quest’ottica, le tasse dell’Eliseo, che colpiscono in maniera importante solo i superalcolici, servono sì ad educare (oltre che a far quadrare i conti), ma evidentemente non basta, e a dirlo non è qualche deputato di parte, ma il rapporto interministeriale, che consiglia di unificare i tassi di prelievo di vino, moscato e whiskey, oggi diversissimi: se per il primo si pagano 3,55 euro di tasse ad ettolitro, il secondo ne paga 56, ed il terzo subisce un prelievo di ben 600 euro ad ettolitro. Una sproporzione che vuol dire, pragmaticamente, che delle entrate fiscali generate da produzione, vendita e consumo di alcolici, solo il 3% è riconducibile al vino.

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