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Vino: WineNews, all’asta sempre più on line, business vale 46 mln dollari ... Internet sta cambiando anche le
aste di vino: apre le porte a nuovi collezionisti che attraverso il
web sono meno intimiditi nell’approcciarsi agli incanti enoici,
consente un panorama di offerta decisamente più ampio che in passato,
anche sulla spinta delle diverse passioni di nicchia dei nuovi
appassionati, e spalanca altre occasioni di business alle case d’aste
storiche. Tanto che il business dell’on line vale 46 mln di dollari
(su 352 complessivi). Ecco, come fa sapere il sito WineNews, in
sintesi, l’analisi di Zachary Sussman per “Wine-Searcher.com”, che ha
raccolto i pareri di molti protagonisti. Certo, il grosso del collezionismo si concentra ancora su alcune ’blue
chips’, come dimostra anche il Wine Spectator’s Auction Report 2014,
Bordeaux, Borgogna e una manciata di Cabernet della Napa Valley su
tutti, almeno sul fronte delle quotazioni, ma la crescita delle aste
on line sta cambiando le cose. Anche perché, oltre a siti specializzati come WineBid.com, pioniere
delle aste enoiche sul web già dal 1996, anche le grandi case d’aste
come Chistie’s o Acker Merral & Condit hanno investito in questo
segmento, spesso puntando su lotti più piccoli o su bottiglie più
“eclettiche”. Secondo il Ceo di WineBid.com, Jerome Zech, la
via del web intimidisce meno chi vuole avvicinarsi al mercato delle
aste, anche perché spesso i lotti sono meno impegnativi della classica
cassa da 12 bottiglie. “Dall’inizio ci siamo concentrati su lotti da
una singola bottiglia, e questo ha allargato la platea perché rende la
cosa più abbordabile. Per un centinaio di dollari, così, puoi portare
a casa 2-3 bottiglie interessanti che magari non troveresti nei negozi
vicino a casa”, spiega. Ma molte case d’asta guardano anche ai loro vantaggi dalle aste on
line. Per esempio, non serve stampare un corposo e costoso catalogo
cartaceo, e per di più Internet consente di mettere all’incanto volumi
di vino che difficilmente si potrebbero battere “dal vivo”. E i numeri
parlano chiaro: secondo “The World of Fine Wine”, oggi le case d’aste
tradizionali realizzano oltre il 12% del loro fatturato on line, e
secondo “Wine Spectator”, infatti, il business delle aste
esclusivamente via web ha raggiunto i 46,25 milioni di dollari nel
2014, su un fatturato complessivo di 352,26 milioni di dollari (la
metà, 24 milioni, realizzato dal solo WineBid.com). In ogni caso, le aste on line hanno mostrato un interesse più ampio di
quanto immaginabile nel mondo del collezionismo. “Il web - spiega
Charles Antin, vicepresidente del dipartimento vino di Christie’s - è
stato una grande strada per offrire vini che prima, probabilmente,
avremmo respinto: abbiamo venduto casse di Montrachet per più 30.000
dollari, ma anche cru Beujolais, per esempio”. Jeff Zacharia, presidente di Zachys Fine Wine,
conferma: “Sono nel business da oltre 30 anni. All’inizio erano solo
vini molto costosi, Bordeaux e Borgogna in prevalenza. Ora vedo una
grande diversificazione in ogni zona del mondo”. Tuttavia, almeno sul
mercato secondario, il cambiamento è più lento, come spiega Jamie
Ritchie, Ceo e presidente delle divisioni Asia e Americhe di Sotheby’s
Wine: “Per noi Bordeaux rappresenta ancora il 60% di questo mercato, e
la Borgogna grosso modo un 25%”. Ma, in ogni caso, anche qui l’on-line sta riscrivendo un po’ le
gerarchie, soprattutto sul fronte delle quotazioni, con i
collezionisti che cercano un migliore rapporto qualità/prezzo. “Ad
ogni livello, le persone guardano alla varietà e alla convenienza, che
si parli di Francia, di Spagna o di Italia. Ma in ogni caso, per noi
l’on-line ad oggi non rappresenta un mercato interessante”, aggiunge.
Anche se Sotheby’s, ricorda “Wine-Searcher”, è presente sul web in
partnership con eBay. Difficile, in ogni caso, fare previsioni su come l’on-line cambierà il
futuro delle aste enoiche: di certo c’è che il mercato si è aperto a
una platea forse meno esperta, ma anche con meno preconcetti sul mondo
dei fine wine, la cui influenza può soltanto crescere.

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