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Ager, la fondazione delle fondazioni bancarie italiane, finanzia la ricerca olivicola tricolore con un milione di Euro per “Violin”, progetto accademico per aumentare la consapevolezza pubblica delle caratteristiche organolettiche dell’olio tricolore

Il progetto di ricerca “Violin” è uno dei tre finalisti, su 38 potenziali, che hanno passato il vaglio della commissione scientifica deputata ad assegnare i 3,5 milioni di Euro totali messi sul piatto da Ager, la rete di fondazioni bancarie che sostengono la ricerca agricola e zootecnica italiana. Il progetto vuole valorizzare l’olio extra vergine di oliva, tramite delle analisi mirate alla sua qualificazione e diversificazione, anche nell’ottica di supportare strategie di comunicazione e di informazione che aumentino la consapevolezza, da parte dei consumatori, dell’importanza delle qualità organolettiche dei vari olii presenti sugli scaffali, sulla scia di quanto fatto con il nettare di Bacco italiano.
Inoltre, il progetto prevede anche la costruzione di una banca dati, in cui il profilo compositivo di ciascun campione sarà archiviato e correlato alle sue proprietà e alla sua provenienza, oltre alla messa a punto di sistemi per monitorare e preservare la qualità dell’olio durante la conservazione, anche in riferimento al packaging. La ricaduta prevista del progetto “Violin” sul settore olivicolo italiano è notevole, sia dal punto di vista del mercato che da quello di valorizzazione ulteriore dei molti territori dell’olio tricolore. Tra le realtà scientifiche coinvolte c’è anche l’università di Verona, insieme alla capofila Università di Messina e gli atenei de “La Sapienza” di Roma, di Bologna, di Torino, della Tuscia, di Genova, la Fondazione Edmund Mach, l’Università Campus Bio-Medico di Roma, l’Università di Bari Aldo Moro e l’Università del Sannio.
“La storia, la cultura e l’economia del nostro territorio”, ha dichiarato Massimo Delledonne, ordinario di Genetica presso il dipartimento di Biotecnologie dell’ateneo veronese, “ci hanno insegnato l’importanza dell’educare il consumatore a riconoscere e valorizzare i prodotti di alta e altissima qualità. La cultura del vino ne è un ottimo esempio, dato che il consumatore oggi pone molta attenzione alle caratteristiche organolettiche di questo prodotto quando ne guarda il prezzo. Questo non accade ancora con l’olio d’oliva, tutt’oggi considerato più una materia prima che una prelibatezza da scegliere con cura, così come facciamo col vino”.

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