Emergenze alimentari, scandali, truffe. Fare la spesa è diventato un percorso di guerra per il consumatore alle prese con l'aranciata fatta senza arance, la passata di pomodoro ricca solo di acqua, l'olio extravergine italiano ma prodotto con olive greche o tunisine. Solo da poco si sta correndo ai ripari per fornire al consumatore indicazioni chiare sulla qualità e sull'origine dei prodotti messi in commercio e questo processo di trasparenza inizia dall'etichetta di molti alimenti. Il 2002 è stato un anno di svolta, si annunciano infatti molte novità nell'etichettatura di alcuni tra i principali prodotti del nostro paniere alimentare. Vediamo:
Carne: l'emergenza mucca pazza ha fatto scattare un sistema di controlli e di informazioni al consumatore rigorosissimo. Dal gennaio 2002 è entrata in vigore l'etichetta completa delle carni, cioè una vera e propria carta di identità da cui è possibile rilevare paese di nascita e ingresso del bovino, luogo di macellazione e sezionamento dell'animale. In molte macellerie sono disponibili anche informazioni aggiuntive come quelle sull'età e la razza dell'animale, tecniche di allevamento e ingrasso.
Olio: dal novembre di quest'anno si applicheranno le nuove disposizioni comunitarie per l'etichettatura degli oli d'oliva, in particolare vergini ed extravergini. Non saranno più sufficienti le indicazioni sul tipo "vergine", "extravergine" o "d'oliva" ma bisognerà specificare in etichetta le modalità con cui è stato ottenuto l'olio. Per vergine ed extravergine va scritto "ottenuto direttamente dalle olive e unicamente mediante procedimenti meccanici" mentre per l'olio d'oliva va segnalata la miscela "frutto d'oliva raffinati e oli vergini". La designazione d'origine deve essere riferita al luogo dove sono state raccolte e frante le olive. In caso di miscele di oli vegetali la menzione "olio di oliva" in etichetta potrà essere riportata solo nel caso in cui la percentuale d'olio d'oliva sia superiore al 50 per cento.
Vino: dal primo gennaio del 2003 arriva la nuova etichetta europea per il vino dove i consumatori dovranno trovare la denominazione di vendita, il volume, il tenore in alcool, il numero della partita da cui proviene il vino, il nome dell'imbottigliatore, dello spedizioniere o dell'importatore. Oltre a queste indicazioni obbligatorie ne sono sono previste altre facoltative (ad esempio, vino secco o dolce) più una serie di altre indicazioni "libere" che possono essere adottate a patto di non indurre in errore il consumatore.
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