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AGRICOLTURA ITALIANA, 2009 ANNO NERO DEL SETTORE, CON L’EXPORT PEGGIORE DEGLI ULTIMI 20 ANNI. MA, DAL 2010, ARRIVANO SEGNALI DI RIPRESA. LO DICE L’ANNUARIO INEA. AUMENTA IL SOSTEGNO PUBBLICO EUROPEO, CALA QUELLO ITALIANO ...

Un 2010 in faticosa risalita per l’agricoltura italiana, dopo un 2009 veramente durissimo. Ecco, in estrema sintesi, il trend economico del settore disegnato dall’annuario dell’Inea, l’Istituto Nazionale di Economia Agraria che, oggi, a Roma, al Ministero delle Politiche Agricole, ha presentato i dati completi sull’anno passato.
Secondo l’annuario, in termini correnti, la variazione subita dall’agricoltura è stata peraltro più accentuata di quella registrata dal totale dell’economia, cosicché il settore primario ha lievemente ridotto il proprio contributo alla formazione del Pil (2,2%). Nell’anno il valore aggiunto al costo dei fattori per unità di lavoro è sceso ulteriormente, collocandosi a 23.564 euro (-2,3%), pari al 42% di quello medio del complesso dell’economia italiana. Sui prezzi, per il terzo anno consecutivo, l’agricoltura non ha contribuito ad attenuare la pressione inflazionistica, avendo registrato un aumento dell’indice dei prezzi al consumo per i beni alimentari (+1,8%) superiore a quello totale. La flessione dei prezzi dei prodotti agricoli ha contribuito a determinare un netto ridimensionamento del valore della produzione agricola nel suo complesso, scesa a 47.502 milioni di euro correnti (-8,3% sul 2008).
L’andamento stazionario della produzione proveniente dalle attività dei servizi connessi, corrispondente a 5.302 milioni di euro correnti, ha consentito di limitare l’intensità del calo produttivo evidenziato dalla branca nel suo complesso. In lieve ridimensionamento, invece, è risultata la produzione delle attività secondarie, pari a 1.481 milioni di euro correnti, realizzate nell’ambito dell’agricoltura. L’annata agraria 2009 è stata segnata, oltre che dalla questione dei prezzi e della loro volatilità, anche da un andamento climatico anomalo che ha influito negativamente sulla produzione agricola in termini reali (-2,6%).
La quasi totalità dei comparti produttivi ha evidenziato una dinamica negativa, tranne qualche eccezione (patate e ortaggi, agrumi, uova e miele).
Secondo l’Annuario, però, in base alle prime stime Istat provvisorie e relative alla sola agricoltura, dopo l’andamento fortemente negativo del 2009, l’anno in chiusura si presenta invece come un anno di faticosa risalita per il settore primario nazionale. Sul risultato finale ha pesato, in primo luogo, l’andamento climatico altalenante: buono nel primo semestre; piovoso e associato a fenomeni temporaleschi, nel secondo, con fenomeni che hanno danneggiato le produzioni vegetali. Il modesto recupero complessivo è stato il frutto di una sostanziale stasi della produzione vegetale (-0,1%), associata a una produzione animale in ripresa (+1,3%), accompagnata da una quasi analoga crescita delle attività connesse e secondarie (+1%).
La caduta produttiva più evidente si è registrata per patate, vino, barbabietola da zucchero e tabacco, mentre tra le produzioni animali il calo ha interessato gli ovicaprini. Al contrario, in crescita solo risultati cereali, oleaginose e olio, oltre che suini e pollame. Sul fronte dei prezzi si registra un recupero contenuto, che non è stato in grado di compensare il più consistente incremento dei costi intermedi, trainati soprattutto dai prodotti mangimistici e da quelli energetici. Nel complesso, ciò ha determinato un peggioramento della ragione di scambio degli agricoltori. In sintesi, il valore aggiunto a prezzi costanti ha manifestato una leggera crescita (+0,9%), da attribuire sia alla lieve flessione dei costi intermedi (-0,3%), sia al contenuto aumento della produzione (+0,4%).
L’andamento dell’occupazione agricola registra un’ulteriore flessione, sebbene di entità piuttosto modesta (-0,3%). Nel complesso, tali andamenti hanno originato per l’Italia un calo dell’indicatore A di reddito agricolo (Eurostat), ridottosi del 3,3%, rispetto a una crescita del 12,3% per la media dell’Ue.

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