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AGRICOLTURA: NÉ DAL G20 E NÉ DALLE MISURE ANNUNCIATE DAL GOVERNO ARRIVANO RASSICURAZIONI. BENE LA DECISIONE DI MARIO DRAGHI DI RIDURRE IL COSTO DENARO. LA CIA: “NON VEDIAMO QUALE VALORE POSSONO AVERE GLI ORMAI PROSSIMI STATI GENERALI ...”

“La situazione è sempre più pesante e siamo ormai al limite della sopportabilità. Né dal “G20” di Cannes, né a livello nazionale arrivano rassicurazioni. L’unico elemento positivo è la decisione di Draghi di ridurre il costo del denaro, che oggi per l’imprese è molto importante. E tutto ciò non ci lascia tranquilli. Anzi. Nelle misure annunciate all’Ue dal nostro governo non troviamo nulla di confortante. La strada che conduce alla crescita appare ancora assai lontana. Di nuovo tagli indiscriminati e sacrifici per i cittadini. Il dl sviluppo rischia di tramutarsi nell’ennesima beffa, soprattutto per l’agricoltura che in questi ultimi anni ha sentito soltanto tante promesse, ma non ha visto niente di concreto. Ecco perché rinnoviamo la richiesta di una reale svolta. L’attuale esecutivo non è più credibile e non ha certo la forza e la capacità di avviare le riforme, risanare il bilancio, dare una spinta al rilancio dell’economia e del sistema imprenditoriale”. Lo ha sostenuto il presidente della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, Giuseppe Politi.

“L’elevato debito e la mancata crescita stanno alimentano un circolo perverso dal quale non si vedono prospettive di uscita a breve. E il governo -ha rimarcato Politi- resta impantanato e interventi per lo sviluppo non s’intravedono nel modo più assoluto. Si rischia, infatti, una nuova manovra con più tasse e meno ripresa. Il Paese non cresce e paga il debito solamente con maggiori imposte che aprono ad un prossimo futuro più incerto e difficile”.

“E’ uno scenario estremamente difficile che diventa drammatico per un settore come quello agricolo che da tempo - ha rilevato il presidente della Cia - vive uno stato di grande incertezza e con problemi complessi. Se a questo si aggiunge la prospettiva di una Politica agricola comune non certo generosa con la nostra agricoltura, il quadro che ne esce per gli agricoltori italiani è a tinte fosche. E in tale contesto non vediamo quale valore possono avere gli ormai prossimi Stati generali che si svolgeranno a Cremona. Un incontro che rischia di trasformarsi in un’altra occasione mancata di fronte alle sfide del mondo agricolo e delle sue imprese”.

“Siamo, quindi, pienamente d’accordo su quanto sta facendo in questi giorni il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla ricerca di una soluzione che impedisca al nostro Paese di sprofondare nel baratro. E’ quanto mai necessario -ha aggiunto Politi- dare un’immagine nuova e credibile a livello europeo e internazionale. Questo governo - per il quale l’agricoltura non ha la dignità di settore produttivo, non produce ricchezza, occupazione, coesione sociale - non può assolutamente fornire la spinta necessaria per cambiare marcia. Serve un esecutivo diverso e autorevole che è nelle condizioni di rispondere alle richieste dell’Ue e soprattutto a quelle dei cittadini e delle imprese del nostro Paese”.

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