L’agricoltura perde posti di lavoro: dal 2006, è sceso del 3% il numero delle unità di lavoro che, nel 2007, si è attestato a 1,3 milioni, il 5,3% del totale complessivo dell’economia. A tracciare il quadro del lavoro in agricoltura è l’Annuario dell’agricoltura italiana dell’Inea.
In calo anche il peso dell’occupazione agricola sull’occupazione totale, valore fermo al 4%. Nel 2007 si sono registrate 924.000 occupati, rispetto ai 982.000 dell’anno precedente, vale a dire 58.000 occupanti in meno circa -6%.
Secondo il rapporto cresce il peso dei lavoratori extracomunitari nel settore agricolo, presenti al Nord, in particolare in Lombardia e Veneto e al Sud, in Puglia e Campania. L’importanza dei lavoratori immigrati è evidente sia in termini numerici, considerate le 114.000 unità, sulle 161.000 del 2006, (la diminuzione scaturisce dal mancato computo di immigrati bulgari e rumeni, che, se conteggiati, farebbero attestare il valore complessivo a 172 mila), sia in termini di un crescente coinvolgimento, che a volte sfocia in assunzioni della titolarità dell’azienda agricola (fra 1% e 2%).
Restano ancora da risolvere, secondo l’Annuario Inea, situazioni di irregolarità del rapporto di lavoro, dovute non solo alla mancata formalizzazione ma anche al disallineamento fra la quantità di lavoro dichiarata e quella svolta, alla sottocompensazione e alla retribuzione “fuori busta”.
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