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AGRICOLTURA: PARTE IL PROGETTO CULTURALE DELLA REGIONE TOSCANA SULLA MEZZADRIA. IL 2009 SARA’ “L’ANNO DELLA MEZZADRIA”

E’ partito da Borgo San Lorenzo il progetto culturale “Mezzadri: le radici della Toscana, la memoria dei contadini per un futuro sostenibile”, per valorizzare gli elementi socio-culturali di una Toscana contadina che per più di sette secoli ha fatto uso dello strumento giuridico del contratto di mezzadria, la cui eredità più visibile, si ricorda, è iscritta anche nel paesaggio, e che è considerato elemento essenziale per comprendere la storia remota e prossima dell’intera comunità regionale.
L’iniziativa, che ha preso via con un incontro a Villa Pecori Giraldi, organizzato dalla Regione Toscana, mette a confronto politici, intellettuali, dirigenti degli oltre 40 musei della civiltà contadina aperti in tutta la Toscana.
“L’idea che nel mondo contadino ci siano le radici della Toscana - ha sostenuto l’assessore Paolo Cocchi - da un lato rilancia i temi dello sviluppo sostenibile e costringe a fare i conti con le opportunità di ambiente e paesaggio, mentre dall’altro evidenzia nuove prospettive di un turismo della conoscenza che valorizzi anche la Toscana moderna e democratica, nata dalle lotte dei contadini”.
Il progetto proseguirà fino al 2009 (“L’anno della mezzadria”) e si rivolge all’insieme dei musei etnografici toscani nonché alla rete dei centri e degli archivi operanti nella memoria e nelle tradizioni. Tra le suggestioni affrontate una parte importante riguarda lo spettacolo: i “Maggi” e il “teatro povero”, i canti e le ottave, la poesia estemporanea. Ma si pensa anche a mettere in rete la documentazione sulla mezzadria (interviste orali, filmati, fotografie, biografie) a programmare mostre (il paesaggio, la casa colonica, i mestieri ambulanti, le veglie, le sagre, le feste religiose, le Case del Popolo). Ci sono poi il teatro - con spettacoli itineranti sulla mezzadria - e il cinema con circuiti sui film che dal dopoguerra hanno raccontato la civiltà dei contadini (dal “Cristo proibito” di Curzio Malaparte nel 1950 alla “Gostanza da Libbiano” di Paolo Benvenuti nel 2000, passando per il Mauro Bolognini de “La Viac! Cia”, il Giuseppe Ferrara della “Brigata Partigiana” il Giuseppe Bertolucci di “Berlinguer ti voglio bene” i fratelli Taviani con “La notte di San Lorenzo” e tante altre opere girate nella Toscana delle campagne).
“Come gli indiani americani hanno chiesto di essere chiamati “nativi americani” per distinguersi dai violenti immigrati che ne hanno travolto la civiltà, così i mezzadri - hanno detto nell’incontro - devono ritrovare il riconoscimento di “nativi toscani” che più delle grandi famiglie nobiliari e borghesi, e come le popolazioni migranti delle montagne, sono l’identità toscana del tempo della democrazia”.

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