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AGRICOLTURA PUNTA DI DIAMANTE DELL’EXPORT NAZIONALE (NEL 2010, +15,2%) … LA CIA E CONFAGRICOLTURA PREOCCUPATE, PERÒ, “DA UN EXPORT DEI TRASFORMATI CHE NON DECOLLA E DAGLI INCREMENTI DELLE IMPORTAZIONI”

L’agricoltura italiana spinge l’export. I prodotti simbolo del “made in Italy” come il vino e l’olio extravergine d’oliva contribuiscono a trainare le esportazioni nazionali, che nel novembre 2010 sono cresciute complessivamente del 20% su base annua e dello 0,9% sull’ottobre 2010. Lo affermano la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori e Confagricoltura, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat che registrano, però, un forte stop dell’export dei trasformati alimentari ed un aumento le importazioni.

Più in dettaglio, nel mese di novembre il settore dei prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca è aumentato - in termini di quote esportate - del 25,3% tendenziale. Mentre il segmento prodotti alimentari, bevande e tabacco ha registrato un +16,1% sul 2009.

Anche il complessivo dei primi 11 mesi 2010 segna una buona performance dell’export del Belpaese, con una variazione positiva pari al più 15,2% tendenziale. Un segnale incoraggiante a cui ha concorso fattivamente il settore primario, che si stima chiuderà il 2010 con un incremento “boom” delle esportazioni superiore al 20%. Intanto, tra gennaio e novembre 2010, l’export dei prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca è cresciuto del 20,7% annuo. E, anche il segmento prodotti alimentari, bevande e tabacco, ha recuperato la flessione del 2009, registrando una crescita delle esportazioni pari al più 10%. Vanno bene soprattutto gli ortofrutticoli e l’olio d’oliva, il vino e lo spumante, la pasta e la conserva di pomodoro. Da rilevare, infine, che le importazioni agroalimentari sono significativamente cresciute, a novembre 2010 su novembre 2009 (+25,5% per i prodotti agricoli e +20% per i prodotti trasformati), con un balzo in avanti sulla media degli 11 mesi (+12,7% per i prodotti agricoli e +10,6% per i trasformati); ma anche se il deficit agroalimentare nel 2010 ci sembra destinato a peggiorare sul 2009, rimane, comunque, al di sotto dei 9 miliardi di euro (come avviene dal 2008).

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