La stagione turistica negli agriturismi italiani procede a due velocità. Se alcune località possono infatti fregiarsi di un “tutto esaurito” così atteso dopo le difficoltà scatenate dalla pandemia, altre fanno più fatica. Gli arrivi degli stranieri, ossigeno per il settore, hanno registrato una frenata e la preoccupazione per le varianti Covid, unita alle notizie non recepite sempre chiaramente dai turisti sulle modalità di spostamento, non fanno dormire sogni tranquilli agli imprenditori della ristorazione e dall’accoglienza. Tanto che le prime disdette sono già arrivate perché non tutti se la sentono di mettere in valigia, oltre al costume, anche qualche pesante punto interrogativo.
Gli americani si contano sulla punta delle dita e pochissimi sono gli inglesi nel Belpaese. In Toscana, loro terra prediletta, sono stati sostituiti da svizzeri, francesi, tedeschi, belgi e olandesi che raggiungono anche il 50% delle presenze. Arrivano, invece, al 30% in Puglia, comunque richiestissima e al 50% in Liguria dove, con gli italiani, si registra il tutto esaurito fino a fine agosto. Tiene la Sicilia, molto gettonata dal turismo nazionale, bene anche la Calabria che può contare sui mesi di luglio e agosto decisamente migliori dello scorso anno. Positivo l’andamento in Umbria dove la fisiologica diminuzione degli stranieri è stata sostituita da famiglie italiane. Premiate soprattutto le strutture vicine al mare nelle Marche e in Campania; buono il trend nell’entroterra campano anche se con qualche annullamento di turisti stranieri a fine agosto. In Lazio bene la ristorazione e le attività all’aria aperta ma si sente la mancanza del turismo anglosassone; si difende il Viterbese. Gli italiani hanno feeling con l’Abruzzo, in particolare la seconda e l’ultima settimana di luglio; positivo agosto, anche se le zone interne, a ruba la scorsa estate, quest’anno fanno più fatica. Agosto tutto tricolore negli agriturismi del Trentino Alto Adige, dopo un luglio condiviso con i tedeschi, e si registra il tutto esaurito fino a settembre. Tanti italiani anche negli agriturismi in Emilia Romagna: a luglio punte del 50% per i nord europei; una battuta d’arresto dovuta all’incertezza ha portato a qualche disdetta. Gli agriturismi del Veneto riportano una buona presenza di famiglie che anche dalla Svizzera, dal Belgio, dall’Olanda, dalla Danimarca e dalla Germania hanno preferito gli spazi e la campagna alle città d’arte e agli alloggi tradizionali. Buoni i risultati del Piemonte con i grandi terroir del vino, Langhe e Monferrato, che fanno la parte del leone. In Friuli Venezia Giulia i mesi estivi sono positivi per il turismo nazionale, ma si riscontra una minor presenza di stranieri.
Augusto Congionti, presidente di Agriturist (Confagricoltura) ha fatto un bilancio dell’andamento delle prenotazioni nei 24.000 agriturismi italiani. “Luglio e agosto registrano il tutto esaurito in alcune zone del Paese, mentre altre stentano e risentono del calo del turismo straniero. L’incertezza sul futuro certamente non aiuta a conciliare la voglia di vacanze con l’emergenza sanitaria. La paura spinge molti stranieri a discendere lo Stivale con la propria auto, fornendo un’opportunità per scoprire le nostre aree interne. Sarà un’altra estate anomala e continueremo a navigare a vista, sperando che a settembre la situazione migliori e arrivino gli americani e gli inglesi, che telefonano per informarsi”.
Agli italiani, comunque, la voglia di vacanza non è passata. “Le strutture più gettonate sono quelle vicino al mare - continua Congionti - le preferite dai nostri connazionali. Un soggiorno in agriturismo non è semplicemente una stanza in campagna dove, magari, si può anche mangiare o acquistare un prodotto tipico. È molto di più, perché consente un’immersione profonda in un territorio, con la sua comunità, le tipicità, la storia, le tradizioni, la biodiversità e i suoi sapori. Siamo ottimisti proprio perché la nostra offerta è unica nel suo genere, e al lago, al mare, in montagna, in collina o in pianura siamo pronti a ospitare sempre più persone”.
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