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AGRITURIST: “NONOSTANTE LA CRISI, IL SETTORE TIENE”

“Le 19.000 aziende agrituristiche italiane hanno avuto un calo di presenze stimabile intorno al 20-25%, un aumento di costi per lo scatto dei contratti di lavoro e per le materie prime, una restrizione del reddito fra il 7 e 10%, ma gli imprenditori che hanno investito in internet e rilanciato la propria azienda sulla promozione non hanno sofferto la crisi, anzi, hanno aumentato il numero delle presenze”. Per Vittoria Brancaccio, presidente nazionale Agriturist, il settore, nonostante la crisi, ha tenuto, soprattutto dove le associazioni di imprenditori hanno puntato su risorse umane e capacità imprenditoriali. Il presidente di Agriturist, si è soffermata, in particolare, sul calo di presenze spigando che, in numero assoluto, si sono mantenute costanti.

“Il calo di presenze registrato - ha detto - riguarda il numero in percentuale, poiché ci sono state regioni in cui negli ultimi due anni si è registrato un aumento dell’offerta agrituristica, ad esempio, in Toscana, del 40%, e, in Campania, del 10%, e questo ha portato nel calcolo complessivo ad una diminuzione di presenze per azienda.

Sul nuovo regolamento varato dalla Regione Campania, Brancaccio ha sottolineato come esso pone un vincolo molto stretto alle aziende agrituristiche e che gli operatori non potranno che essere soddisfatti “perchè avere l’85% di prodotti regionali impegnerà i nostri imprenditori ad uno sforzo di fantasia, di creatività e di qualificazione dell’offerta agrituristica che non necessariamente dovrà continuare ad essere vissuta come quella economica a tutti i costi”. “Con questo vincolo - ha aggiunto - la ristorazione degli agriturismi costerà molto di più, il doppio di quello che può costare ad un normale ristoratore”.

Un ultimo passaggio infine, sul processo di classificazione nazionale degli agriturismi “stiamo lavorando in modo celere con il ministero ed è stato costituito e ci sono i decreti di nomina per i membri dell’Osservatorio nazionale dell’agriturismo che avrà compiti di coordinamento, osservazione, monitoraggio e promozione delle aziende a livello nazionale, armonizzando il tutto con i progetti di classificazione elaborati dalle regioni. A livello nazionale assegneremo alle aziende un numero, da 1 a 5, che riguarderà in particolare l’offerta in termini di comfort strutturale. Alle Regioni sarà lasciata l’importantissima possibilità di qualificare l’offerta.

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