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AGROALIMENTARE & CONTRAFFAZIONE: STOP A FALSA ARANCIATA ITALIANA. LA COLDIRETTI COMMENTA POSITIVAMENTE L’AZIONE DEL NUCLEO AGROALIMENTARE FORESTALE DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO

E’ necessario rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta della provenienze della arance e dell’altra frutta impiegata in aranciate e succhi per impedire che vengano spacciati come Made in Italy prodotti provenienti dall’estero. Lo afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’operazione condotta dal Comando provinciale di Reggio Calabria e del Nucleo Agroalimentare Forestale di Roma del Corpo forestale dello Stato, che ha portato al sequestro di concentrato di succo d’arancia e di derivati dalla polpa di arancia di origine estera che, senza subire trasformazioni sostanziali, venivano riesportati come prodotto di origine italiana.

La mancata entrata in vigore della norma che prevede l’obbligo di indicare in etichetta l’origine della materia prima impiegata nei succhi favorisce - sottolinea la Coldiretti - inganni e truffe. Una situazione che danneggia i consumatori ma anche i produttori italiani ai quali le arance destinate alla trasformazione industriale vengono pagate pochi centesimi al chilo. Un situazione che alimenta una intollerabile catena dello sfruttamento che colpisce imprese e lavoratori spesso immigrati. Un importante aiuto in questa direzione - continua la Coldiretti - potrebbe venire dall’attuazione della cosiddetta “legge Balduzzi” approvata dal parlamento che prevede l’obbligo di aumentare la percentuale di succo dal 12% al 20% nelle bibite per dire basta alle aranciate senza arance. Non va infatti dimenticato - conclude la Coldiretti - l’impatto economico sulle imprese agricole poiché l’aumento della percentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare oltre 10.000 ettari di agrumeti italiani con una estensione equivalente a 20.000 campi da calcio, situati soprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria.

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