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AGROALIMENTARE DA RECORD: NEL 2013 L’EXPORT SU DEL 5%, A QUOTA 33 MILIARDI DI EURO. BOOM DEL VINO, CHE VALE 5 MILIARDI, BENE ANCHE ORTOFRUTTA, PASTA ED OLIO. META PREFERITA, LA VECCHIA EUROPA. A DIRLO, I DATI COLDIRETTI SUL COMMERCIO ESTERO

In controtendenza sul calo generale, crescono le esportazioni dei prodotti agricoli ed alimentari che, nel 2013, fanno segnare un aumento del 5%, con il record storico nel valore dell’export a 33 miliardi di euro. Emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat del commercio estero nel 2013: i risultati positivi di dicembre, sia per le esportazioni agricole (+3,3%) che per quelle alimentari (+5,9%), anche per la forte domanda di made in Italy nel mondo sulle tavole del Natale, hanno contribuito a realizzare un risultato storico per l’agroalimentare italiano.
Il 66% del fatturato realizzato all’estero si ottiene con l’esportazione di prodotti agroalimentari verso i paesi dell’Unione Europea, ma il made in Italy va forte anche nelle Americhe e nei mercati emergenti come quelli asiatici. Al top, ancora il vino che, nel 2013, fa segnare il record storico delle vendite che per la prima volta raggiungono un valore attorno ai 5 miliardi di euro ma rilevanti sono anche le spedizioni all’estero di ortofrutta, quelle di pasta e di olio di oliva.
“Con questi risultati sul commercio estero l’agroalimentare - spiega il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - si conferma una leva competitiva determinante per far uscire l’Italia dalla crisi. All’estero il vero nemico sono le imitazioni low cost dei cibi nazionali che non hanno alcun legame con il sistema produttivo del Paese. L’agropirateria internazionale sui prodotti italiani vale 60 miliardi, con quasi 2 prodotti alimentari di tipo italiano su 3 che si rivelano falsi, come il “Parmesan”, diffuso in tutti i continenti, dagli Stati Uniti al Canada, dall’Australia fino al Giappone, che diventa “Parmesao” in Brasile, “Regianito” in Argentina, “Reggiano” e “Parmesao” in tutto il Sud America. Per non parlare del “Romano”, dell’“Asiago” e del “Gorgonzola” prodotti negli Stati Uniti, dove si trovano anche il Chianti californiano e inquietanti imitazioni di soppressata calabrese, asiago e pomodori San Marzano “spacciate” come italiane. E in alcuni casi sono i marchi storici ad essere “taroccati” come nel caso della mortadella San Daniele e del prosciutto San Daniele prodotti in Canada.

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