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“AGROMAFIE E CAPORALATO”: ALLARME NAZIONALE. 400.000 LAVORATORI OGNI GIORNO NEI CAMPI ITALIANI, PER 12 ORE A STIPENDI DA FAME: È L’AMARA FOTOGRAFIA SCATTATA DAL RAPPORTO “AGROMAFIE E CAPORALATO”, PROMOSSO DALL’“OSSERVATORIO PLACIDO RIZZOTTO”

Non Solo Vino
Agromafie e caporalato in Italia, lo studio è di Libera Terra

400.000 lavoratori, ogni anno, percorrono la Penisola italiana al ritmo della raccolta nei campi, dai cocomeri ai pomodori, dai meloni all’uva, lavorando anche 12 ore al giorno per uno stipendio, al nero, da fame, costretti a subire forme di ricatto lavorativo e a vivere in condizioni fatiscenti: è l’amara fotografia scattata dal rapporto “Agromafie e caporalato”, promosso dall’“Osservatorio Placido Rizzotto”. La ricerca, che ha coinvolto 14 Regioni e 65 province, sottolinea come, ormai, il caporalato non sia confinato alle regioni meridionali, ma riguardi tuta l’Italia, “pesando” sulle casse dello Stato per 420 milioni di euro di evasione contributiva, senza dimenticare la quota di reddito (circa il 50%) sottratta dai caporali ai lavoratori, in modo ovviamente illegale. E non finisce qui, perché il caporalato, spesso e volentieri, si associa ad altre forme di reato, dalla sofisticazione alimentare alla truffa, dal furto dei documenti a forme di sfruttamento lesive dei più elementari diritti umani. Una piaga di cui beneficiano le agromafie, i cui tentacoli si insinuano in quelle zone grigie generando introiti per 12,5 miliardi di euro, pari al 5,6% del “pil” della “Mafia spa” (stimato dall’Eurispes in 220 miliardi di euro).

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