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ALIMENTARE: PER SPESA 18% REDDITO, META' RISPETTO AD ANNI '70. CIBI CONSUMATI IN CASA COSTANO 350-415 EURO AL MESE

Gli italiani spendono meno per la spesa alimentare di casa, ma cercano sempre di più la qualità dei prodotti: all’apparente paradosso è stato dedicato oggi il convegno “Cum sumo”, promosso dalla Regione Piemonte, che ha riunito a Torino sociologi e nutrizionisti. La quota del reddito medio destinata all’acquisto di cibi da consumare a casa si è dimezzata negli ultimi 30 anni, passando dal 35% al 18% (era del 50% negli anni Cinquanta). Oggi una famiglia spende in media dai 350 ai 415 euro al mese per la spesa alimentare, 100 euro per la carne, 65 per pane e cereali, 60 per frutta e ortaggi. E nei primi otto mesi del 2004 la flessione dei consumi è stata dell’0,3% rispetto all’analogo periodo del 2003.

Sempre più italiani sono orientati a privilegiare la qualità dei prodotti, la sicurezza alimentare, ma anche l’aspetto legato alla tradizione. Motivo quest’ultimo che avrebbe determinato un calo del 70%, sugli anni Ottanta, nel consumo di hamburger e hot dog, ai quali vengono preferiti la pizza al pomodoro o il panino al prosciutto.

"Abbiamo lavorato molto in questi anni al Ministero - ha sottolineato Teresio Delfino, sottosegretario alle Politiche Agricole - per far crescere la consapevolezza della ricchezza dei nostri prodotti perché sappiamo che il consumo “post-moderno” sarà sempre più legato ad aspettative “emozionali” e sempre meno al mero soddisfacimento del bisogno primario”. Il made in Italy deve però battere l’invasione dei prodotti in arrivo dai paesi emergenti: “I marchi tradizionali - ha affermato l’avvocato Massimo Sterpi, esperto del diritto sulla proprietà intellettuale - non sono più sufficienti, ci vogliono i “supermarchi”: sia i prodotti alimentari di una certa marca che gli alimento riconosciuti per determinate denominazioni di origine devono essere accompagnati da un’operazione di marketing, che richiami alla mente del consumatore una storia accattivante”.

In Italia, i prodotti tipici alimentari censiti sono 3.715 per un fatturato di 10 miliardi di euro. “E’ necessario combinare azioni legali e sforzi di marketing per combattere contro le migliaia di falsi prodotti italiani e per limitare i danni dell’“agripirateria” che nei soli Stati Uniti ha raggiunto un valore di 2,5 miliardi di dollari rispetto agli 1,4 dei prodotti alimentari effettivamente provenienti dal nostro Paese”.

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