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ALIMENTARE: TURISTI PIU' GHIOTTI DI PRODOTTI MADE IN ITALY. AUMENTANO PREFERENZE PER PRODUZIONI MERIDIONALI

I turisti stranieri che sbarcano in Italia sono sempre più presi dalla gola, scegliendo soprattutto prodotti biologici Dop e Doc e con occhio attento alle produzioni meridionali: a registrare la tendenza è una ricerca, condotta dalla rivista on-line Metropolitan Post, che ha messo sotto la lenta d'ingrandimento le preferenze alimentari di 350 vacanzieri d'oltralpe negli ultimi 12 mesi, confermando i dati dell'Osservatorio del Politecnico di Milano, che recentemente ha indicato nell'alimentazione (18%) e nell'abbigliamento (16%) i settori più redditizi per il mercato dei prodotti made in Italy.

Bandiere tradizionali della nostra tradizione alimentare si alternano a new entry nella classifica dei preferiti: in pole position si trova l'inossidabile Parmigiano Reggiano, con il 54% delle preferenze, seguito dalla mozzarella di bufala campana (48%). Tortellini, agnolotti, ravioli freschi si aggiudicano il terzo scalino del podio (44%). Subito dopo, sono gli agrumeti siciliani a farsi largo: arance e pesche insacchettate di Caltagirone (Ct) sono state scelte rispettivamente dal 39% e dal 35% dei turisti.

Il vino rimane il re indiscusso all’estero nonostante il calo delle vendite del 37,6% negli ultimi 4 anni. Sulle bevande, quindi, c’è la sambuca Molinari di Civitavecchia a ottenere il primo posto (36%). Malvasia, mirto, limoncello, amaretto e amaro lucano gli altri alcolici più amati dagli stranieri.

La tradizione si sposa con l'innovazione quando lo sguardo si posa sui modi di acquisto: il 19% del campione intervistato ha infatti acquistato i prodotti del made in Italy on-line. "Sfruttare il canale elettronico per integrare l'offerta vuol dire saper offrire i prodotti anche in mercati tradizionalmente non coinvolti, garantendo così alle aziende un plus notevole - spiega Luca Baldicchia, docente di marketing all’Università degli Studi di Perugia - Se è vero che la popolazione europea andrà via via invecchiando, saranno sempre maggiori le difficoltà di accesso a quella grande distribuzione che è lontano dalla gente rispetto ai piccoli alimentari tradizionali. Il commercio elettronico sarà fondamentale proprio per ridurre queste distanze”.

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