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TERRITORI

Alla riscoperta del passato tra campagne e piccoli borghi: nasce il “turismo delle radici”

Il progetto dell’Enit (Agenzia Nazionale del Turismo). Coldiretti: “un idea che salva i piccoli comuni, dove nasce il 92% dei prodotti tipici”
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Alla riscoperta del passato tra campagne e piccoli borghi: nasce il “turismo delle radici”

In un’Italia che oggi, ad ogni livello, è legata, anche a livello normativo, oltre che economico e di “life style”, a quello che succede in poche grandi città, i piccoli borghi e le zone rurali del Paese, rappresentano ancora non solo la vita quotidiana di milioni di persone, ma anche profonde radici, umane e culturali. Radici che diventano anche un “concept” turistico, intorno al quale costruire un “turismo della radici”. Progetto, che si appoggia sui fondi del Pnrr, presentato oggi alla Farnesina da Ivana Jelinic, ceo Enit (Agenzia Nazionale del Turismo). “Il passato come traccia per il futuro. Nel mondo ci sono tante parti dei nostri ricordi, delle nostre memorie, delle nostre famiglie che occorre recuperare. Un patrimonio di identità e valore che si traduce anche in un’occasione di sviluppo del sistema turistico italiano. Gli italiani residenti all’estero e gli “Italo discendenti” - ha detto la Jelinic - sono un bacino di potenziali viaggiatori fondamentali per lo sviluppo dell’incoming”.
Si tratta di viaggiatori che sviluppano un forte legame emotivo con i luoghi, con i ricordi legati alle vicende familiari e alle località e che sviluppano un racconto del territorio molto forte che va ad amplificare l’eco Italia nel mondo. Sono visitatori che programmano visite nel nostro Paese a lunga permanenza con una media di sette giorni a viaggio sviluppare non solo la filiera turistica anche tutto l’indotto. Solo nel 2021 hanno mosso oltre 4,2 miliardi di euro.
“Il 30% del turismo delle radici, equivalente, a 3 milioni di viaggiatori copre sia un target giovane che va da 25 e 34 anni (25,7%) sia un target che va dai 55 ai 64 anni (24%). Enit - ha aggiunto ancora la Jelinic - sta mettendo a punto con le Regioni e con tutto il sistema Italia un’offerta turistica integrata ed omogenea dedicata a questo segmento che va analizzato e sviluppato con una prospettiva lungimirante”.
Un progetto che piace anche alla Coldiretti, secondo cui “il turismo delle radici salva le bellezze e l’economia dei piccoli borghi, da dove è partita l’emigrazione, con un patrimonio in Italia di ben 5.529 comuni sotto i 5.000 abitanti, che rappresentano il 70% del numero totale dei comuni italiani ma che ospitano solo il 16,5% della popolazione nazionale e rappresentano il 54% dell’intera superficie italiana”.
Il 92% delle produzioni tipiche agroalimentari nazionali - sottolinea la Coldiretti - nasce nei piccoli borghi italiani con meno di 5.000 abitanti,
un patrimonio dell’enogastronomia sostenibile e a km 0 conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni popolari.
“Una leva per il turismo delle radici che è importante anche per combattere lo spopolamento nei comuni con meno di 5.000 abitanti dove più di uno su otto (13%) - conclude la Coldiretti - ha più di 75 anni con la popolazione anziana che rappresenta una presenza fondamentale per tramandare le tradizioni, trasmettere i saperi e difendere il valore storico, ambientale e culturale dei territori”.

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