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ALLARME CLIMA: LA COLDIRETTI DENUNCIA SFASAMENTI STAGIONALI E POCA PIOGGIA CHE METTONO A RISCHIO LE COLTIVAZIONI AGRICOLE

Le perduranti temperature al di sopra della media confondono la vegetazione con uno sfasamento stagionale nelle campagne dove sono già comparse le fioriture primaverili di primule, mimose e mandorli, con il rischio di danni alle coltivazioni che sono impreparate all’arrivo del freddo. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che ad un autunno ed inizio inverno insolitamente miti si è aggiunta la mancata caduta di pioggia con appena un terzo delle precipitazioni normali del periodo novembre dicembre. A causa dell’attuale andamento climatico, così anomalo, si sta verificando - sottolinea la Coldiretti - la presenza di piante forestali già in evidente attività vegetativa e piante spontanee con le gemme già “gonfie”, pronte a fiorire. Il giallo delle mimose in Liguria, i mandorli in fiore nell’Italia centrale e meridionale e le primule fiorite sulle colline degli Appennini, segnano straordinariamente il paesaggio con mesi di anticipo rispetto alla normalità. Per le mimose e gli altri fiori il rischio - precisa la Coldiretti - e che la fioritura anticipata le renda indisponibili per le ricorrenze tradizionali di San Valentino e della Festa della donna dell’otto marzo. Ma le piante - continua la Coldiretti - si trovano in una fase di crescita che è tipica della primavera e si stanno predisponendo alla circolazione della linfa e la recrudescenza del freddo potrebbe colpirle nel momento più critico con danni ingentissimi. Nella pianura padana il grano è già alto 15–20 centimetri, una situazione raggiunta con almeno un mese di anticipo che lo rende particolarmente vulnerabile ad un probabile abbassamento della temperatura. Una situazione critica aggravata - continua la Coldiretti - soprattutto al nord dalla prolungata mancanza di acqua che impedisce ai terreni il ripristino delle riserve idriche indispensabili per i prossimi mesi quando le colture ne avranno più bisogno. L’anomala situazione è stata determinata da un autunno “tropicale” e - continua la Coldiretti - potrebbe risultare meno drammatica solo nel caso che l’abbassamento delle temperature arrivi gradualmente e venga accompagnato da abbondanti nevicate sui rilievi, al fine di ricostituire una adeguata “scorta” di risorse idriche. Non sono peraltro certamente tranquillizzanti le previsioni degli esperti dell'Ufficio Meteorologico Britannico secondo i quali il 2007 sarà l'anno più caldo mai registrato negli annali a causa della forte attività del "Nino" e degli alti livelli di gas serra nell'atmosfera. Gli effetti osservati sono l’espressione - sottolinea la Coldiretti - di cambiamenti climatici strutturali che in Italia si manifestano con sfasamenti stagionali con autunno caldo e primavera anticipata, aumento del numero di giorni consecutivi con punte di caldo eccessivo, modificazione della distribuzione delle piogge e aumento delle temperature estive. Si tratta di una evoluzione destinata a produrre conseguenze strutturali sull'attività agricola poiché gli effetti - precisa la Coldiretti - si fanno sentire con un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture, la riduzione della riserva idrica, l'aumento dell'erosione in zone collinari ed alluvioni in pianura, anticipo di germogliamento per le piante coltivate, maggiore rischio per gelate tardive, aumento dell'incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti, stress idrico delle piante. Si tratta di processi - conclude la Coldiretti - che rappresentano una nuova sfida per l'impresa agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

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