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VINO E TERRITORIO

Amarone della Valpolicella: aziende sempre più guidate da giovani, e vigneti sempre più verdi

In 10 anni cantine guidate da “under 40” a +100%. I vigneti certificati “green” passati dal 3% al 33%. I dati Consorzio Vini Valpolicella & Avepa
GIOVANI, GREEN, VALPOLICELLA, vino, Italia
I vigneti della Valpolicella sono sempre più “green”, e guidati da giovani

Guarda ormai al primo secolo di vita, l’Amarone della Valpolicella, ma anche ad un futuro che vede sempre più giovani alla guida delle cantine, e sempre più sostenibilità tra i filari. È la rotta che sta seguendo il vino principe della Valpolicella, la cui prima bottiglia fu prodotto nel 1936, nella cantina Sociale Valpolicella Negrar, ma dove una rivoluzione generazionale è in atto. Sono sempre di più gli “under 40” alla guida delle imprese vinicole del territorio: secondo le elaborazioni del Consorzio di tutela dei Vini della Valpolicella, basate sui dati dell’Agenzia Regionale Avepa, in 10 anni, la crescita è stata quasi del 100%, e oggi sono ben 350. Una linea giovane che riflette una vitalità non banale per un’area che esprime ogni anno 500 milioni di euro di valore delle vendite franco cantina, di cui quasi la metà relative al business globale dell’Amarone.
“Non è un caso - ha detto il presidente del Consorzio, Christian Marchesini - se la forte crescita delle imprese giovani stia andando di pari passo con la transizione green del nostro vino, altro aspetto strategico che le giovani generazioni sposano con maggior convinzione. Proprio per questo alla fine dello scorso anno abbiamo dato vita al primo Gruppo giovani di un consorzio vitivinicolo italiano: è giusto che le quasi 350 imprese under 40 della Valpolicella abbiano modo di far sentire la propria voce e soprattutto facciano squadra in ottica migliorativa della nostra economia”.
Un “lifting verde”, quello della Valpolicella, che stando ancora ai dati dell’Agenzia Regionale Avepa, si riscontra nell’incidenza di imprese biologiche o certificate Sqnpi (il Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata), balzata dal 3% al 33%, con gli odierni 2.873 ettari vitati green (su un totale di 8.586) contro i 212 del 2012. Ancora, guardando ai numeri, nel 2022, rileva il Consorzio, l’imbottigliato complessivo ha superato l’equivalente di 67,2 milioni pezzi (da 0,75/l). Di questi, 17,2 milioni solo di Amarone, quasi il 7% in più sulla media degli ultimi 5 anni. Numeri non banali, per un territorio che è ormai stabilmente tra i più importanti del vino italiano, e che punta anche a far riconoscere come patrimonio Unesco “la tradizionale tecnica della messa a riposo delle uve atte a diventare Amarone”, o, in altre parole, l’appassimento. Uno degli argomenti forti ad “Amarone Opera Prima” (Verona, 4-5 febbraio).

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