02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

AMBIENTE: MANGIATO L’ULTIMO PESCE ITALIANO, ORA A TUTTO IMPORT. OCEAN2012-NEF: SFRUTTATO 100% STOCK, UNIONE EUROPEA IN ESAURIMENTO IL 2 LUGLIO 2011. FOCUS - COLDIRETTI SPIEGA: “FERMO PESCA PER SALVARE PESCE ITALIANO (-50%)”

L’Italia sta consumando molto più pesce sulla produzione nazionale e, dal 30 aprile, di fatto, dipende dai prodotti ittici provenienti da altri mari. Dipendenza dall’import, a causa del progressivo calo delle catture, che cresce in Italia, ma riguarda tutta l’Unione Europea “in dipendenza” dal 2 luglio. Emerge dal dossier “Fish Dependence Day”, presentato da Nef (New Economics Foundation) e Ocean2012.
Nelle prossime settimane, secondo il report, diversi Stati Membri dell’Ue raggiungeranno il loro “Fish Dependence Day”, il giorno della dipendenza dal pescato importato in acque non-europee. Mentre il Fish Dependence Day per l’Ue , è il 2 luglio 2011.
L’Italia è sempre più dipendente dal pesce proveniente da altri mari. “Le catture sono in declino e gli studiosi avvertono che il 54% dei 46 stock ittici Mediterranei esaminati sono sovra-sfruttati” afferma Aniol Esteban di Nef/Ocean2012 e co-autore del rapporto. Mentre il consumo di prodotti ittici, continua il ricercatore, “rimane invariato e il divario rispetto alle importazioni cresce sempre di più, lasciando l’Italia con il peggiore squilibrio commerciale di tutti i Paesi Membri. Gli italiani consumano la stessa quantità di pesce del 1999, ma poiché le catture sono molto diminuite, hanno bisogno di importare il 37% di pesce in più”.

Focus - La Coldiretti spiega: “fermo pesca per salvare pesce italiano (-50%)”
Fermo pesca di 4 mesi per la fascia costiera e blocco dell’attività delle imprese per 30 o 60 giorni, per invertire una tendenza che, nei primi mesi 2011, ha visto crollare la produzione ittica (-50%), tanto che, dal prossimo 30 aprile, l’Italia dipenderà sempre di più dalle importazioni di pesce straniero. E’ la proposta di Coldiretti Impresa Pesca, dopo l’allarme lanciato dal dossier “Fish Dependence Day”, presentato da Nef (New Economics Foundation) e Ocean2012, secondo il quale il calo della produzione a livello nazionale ed europeo porterà il nostro Paese a dover acquistare sempre più prodotto dagli altri Paesi.
Dal 2000, secondo quanto si legge nello studio, la differenza tra la ricchezza dei mari e il prelievo è diventata sempre maggiore e il deficit alimentare è cresciuto senza sosta. Il risultato - sottolinea Coldiretti - è che, secondo il rapporto, il 54% dei 46 stock ittici del Mediterraneo esaminati è sovra sfruttato, tanto che le catture sono diminuite. E, visto che gli italiani consumano la stessa quantità di pesce del 1999, c’è bisogno di importare il 37% in più di prodotto estero.
Dal 30 aprile, secondo il “Fish Dependance Day”, finirà, dunque, l’autosufficienza alimentare per il pesce, in anticipo rispetto agli altri Stati europei (in Spagna, il pesce autoctono si esaurirà l’8 maggio; in Portogallo, il 26 aprile; in Francia, il 13 giugno; in Germania, il 27 aprile; nel Regno Unito, il 16 luglio), mentre a livello comunitario la data indicata è quella del 2 luglio.
“Lo sforzo messo in atto negli ultimi 20 anni dai sistemi a traino ha superato - spiega Tonino Giardini, presidente di Coldiretti ImpresaPesca - la capacità di tenuta dell’ecosistema ed è ora di ripensare politiche e regole a partire dal centro e nord Adriatico. Serve un provvedimento d’urgenza per fermare la pesca dal 1 giugno al 30 settembre che preveda la tutela della ristretta fascia costiera fino a 6 miglia, abbinato a un blocco delle attività delle imprese di pesca, almeno in Adriatico, per 30 o 60 giorni in base alla disponibilità economica”.
Dopo il fermo Coldiretti ImpresaPesca ritiene necessaria una ripartenza graduale per evitare un depauperamento veloce delle risorse, vanificando gli effetti positivi della pausa e distruggendo i prezzi sul mercato. Dall’autunno, in particolare, occorrerebbe poi effettuare una riduzione da 5 a 4 giornate settimanali per i sistemi a traino. Inoltre, serve - sottolinea Coldiretti ImpresaPesca - creare un distretto di gestione, a partire dal centro Adriatico, per fare in modo che gli areali del Nord possano essere gestiti in maniera differente, con la riduzione dei tempi di pesca ma anche con l’ottenimento di deroghe almeno per quel segmento di flotta con una bassa potenza motore”.
“Solo richiamandoci a un senso etico della pesca - sottolinea Giardini - potremo essere ascoltati e la nostra attività condivisa e sostenuta dal cittadino e dal consumatore, e questo potrà avvenire, come è avvenuto in agricoltura, sposando politiche che tutti comprendono, che non siano vocate solo al profitto, in barba ad una corretta gestione del mare”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli