Il grande caldo provocato dai tre anticicloni provenienti dall'Africa, ha messo in ginocchio l'agricoltura italiana provocando danni che Ammontano, secondo le stime Coldiretti, ad almeno 400 milioni di euro.
“Il mais è la coltura agricola più colpita con le piante appassite in decine di migliaia di ettari che non potranno neanche essere raccolte nelle regioni del nord, ma danni pesanti - sottolinea la Coldiretti - sono stimati anche per il pomodoro destinato alla trasformazione industriale per la produzione di passate, polpe e sughi con un crollo del 20% in media sulla produzione attesa, anche se la qualità resta buona. La mancanza di precipitazioni ha ridotto la produzione anche dell’erba medica, foraggio necessario per l’alimentazione degli animali nelle stalle e quella di altre coltivazioni come il girasole e le bietole, ma a soffrire sono anche le verdure e la frutta per effetto della cosiddetta evapotraspirazione (la perdita di acqua dal terreno e dalle piante) che con le temperature bollenti ha raggiunto livelli che - continua la Coldiretti - si registrano normalmente a fine luglio/agosto. Le coltivazioni infatti in questa fase stagionale si trovano in un momento critico di sviluppo e hanno bisogno dell’acqua per completare il ciclo produttivo. Il caldo ha pesanti effetti anche - sottolinea la Coldiretti - nel mondo animale con le api stremate dal caldo che non svolgono piu’ adeguatamente il prezioso lavoro di trasporto del polline e del nettare mentre nelle stalle si registra un crollo delle produzioni del 10% per effetto dello stress a cui sono sottoposte le mucche. Ma l'afa e le temperature - continua la Coldiretti - hanno tolto l'appetito anche ai maiali che stanno consumando fino al 40% in meno della consueta razione giornaliera di 3,5 chili di mangime. La situazione - precisa la Coldiretti è aggravata dall'umidità che, come per le persone, aumenta la sensazione di caldo anche per le mucche. In soccorso nelle stalle sono state allestite - conclude la Coldiretti - doccette, ventole e condizionatori e utilizzati integratori specifici a base di sali di potassio nell'alimentazione preparata dagli allevatori che fanno però aumentare in misura esponenziale i costi a carico delle imprese”.
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