L’88% degli italiani consumerà a casa propria o di parenti ed amici il pranzo di Natale, che richiede in media oltre 3 ore e 20 minuti di lavoro ai fornelli, il 6% del tempo in più che nel 2015, dato che testimonia uno storico ritorno al “fai da te” casalingo, come non si registrava da oltre cinquanta anni. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè “Il Natale sulle tavole degli italiani”, dalla quale si evidenzia che, tra chi cucina, il 44% impiega da una a tre ore, in più di una famiglia su quattro (29%) fra tre e cinque ore, e nel 14% delle famiglie si arriva addirittura a superare le cinque ore, mentre solo il 13% sta tra i fornelli meno di un’ora.
Il ritorno in cucina è confermato dal fatto che ben il 46% dei responsabili della preparazione dei pasti dichiara di preparare personalmente i dolci della tradizione da offrire sulla tavola delle feste. Una tendenza che spinge anche verso una scelta attenta degli ingredienti, con una predisposizione elevata alla ricerca di materie prime fresche e genuine. Si abbandonano infatti le mode esterofile del passato, con il 9% di italiani che si permetteranno le ostriche e l’8% il caviale, mentre in forte salita la presenza del pesce locale, a partire dalle alici e dalle vongole che saranno presenti in 8 piatti su 10 nei menu durante le feste. Tengono cotechini e zamponi nel 72% delle tavole, ma un vero boom si registra per le lenticchie alle quali non rinunciano ben l’88% degli italiani che beneficiano delle tendenze salutistiche, dalla solidarietà con le aree terremotate dove le coltivano e forse anche perché in un periodo di crisi sono chiamate a portar fortuna secondo antichi credenze.
Il risultato è un vero boom degli acquisti nelle fattorie o nei mercatini, che saranno affollati a Natale da quasi sei italiani su dieci (58%) secondo l’analisi Coldiretti/Ixè, dalla quale si evidenzia che ad essere preferiti negli acquisti al mercatino sono proprio i prodotti enogastronomici (per il 44% degli italiani). La migliore garanzia sull’originalità dei prodotti alimentari in vendita nei mercati è quella della presenza personale del produttore agricolo che, ricorda la Coldiretti, può offrire informazioni dirette sul luogo di produzione e sui metodi utilizzati. Per il cibo e le bevande si registra infatti una tendenza al ritorno al contatto fisico con il produttore, per assecondare la crescente voglia di conoscenza sulle caratteristiche del prodotto e sui metodi per ottenerlo, da raccontare a tavola a parenti e amici.
L’agroalimentare, con regali enogastronomici, pranzi e cenoni è quest’anno la voce più pesante del budget che le famiglie italiane destinano alle feste di fine anno, con una spesa complessiva per imbandire le tavole del Natale e del Capodanno di 4,4 miliardi di euro, il 2% in più dello scorso anno. Nel tour de force enogastronomico di quasi due settimane, gli italiani faranno sparire quasi 100 milioni di chili tra pandori e panettoni, 50 milioni di bottiglie di spumante, 20.000 tonnellate di pasta, 6,5 milioni di chili tra cotechini e zamponi, 800.000 capponi, ma anche frutta secca, pane, carne, salumi, formaggi e dolci.
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