Oggi è partita la “Fase 2”, in cui l’Italia sostanzialmente si “apre”, almeno un po’, timidamente, e sempre sull’attenti. Ed a ripartire, o almeno a prendere una boccata d’ossigeno, è anche il settore della ristorazione, che, da oggi, ha ufficialmente ripreso il servizio di food delivery e asporto, non consentendo però ancora la consumazione in loco. Ristorazione che, così come è una delle punte di diamante d’Italia, simbolo di made in Italy ed eccellenza gastronomica che rende il Belpaese, da sempre, meta ambita da milioni di turisti da tutto il mondo, è anche forse il settore più in difficoltà, a causa delle restrizioni dei Dpcm. Non un pieno ritorno alla normalità, quindi, ma un piccolo passo in avanti, anche a Milano, città simbolo della finanza sì, ma da qualche anno anche centro culturale, e punto d’incontro di alta cucina e chef internazionali, che è stata in questi mesi al centro della “zona rossa”, nella Regione più colpita in assoluto dalla pandemia di Coronavirus, la Lombardia. Anche nella capitale meneghina, da oggi migliaia di ristoranti hanno riaperto le cucine, rimesso personale al lavoro, affidandosi proprio alla consegna a domicilio, e alla prenotazione con ritiro, segnando così di fatto un avvicinamento al ritorno alla normalità.
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