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ANCHE A TAVOLA SI TIRA LA CINGHIA: NEL 2009 UNA FAMIGLIA SU TRE COSTRETTA A“TAGLIARE”GLI ACQUISTI ALIMENTARI, TRE FAMIGLIE SU CINQUE A MODIFICARE IL MENU QUOTIDIANO. A DIRLO E’ LA CIA - CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI SU DATI ISTAT

Anche a tavola la crisi fa sentire i suoi effetti negativi e costringe a tirare la cinghia. Nel 2009 (ultimi dati disponibili) una famiglia su tre è stata obbligata a tagliare gli acquisti alimentari, mentre tre su cinque hanno dovuto modificare il menù quotidiano e oltre il 30%, proprio a causa delle difficoltà economiche, ha comprato prodotti di qualità inferiore. Lo sottolinea la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, sul rapporto dell’Istat sul reddito disponibile delle famiglie nelle Regioni.

Analoga la percentuale di chi si rivolge ormai esclusivamente alle promozioni commerciali, che sono sempre più frequenti soprattutto nella Grande distribuzione. “Una tendenza - afferma la Cia - che sembra consolidarsi anche nel 2010, visto che le prime stime parlano di consumi alimentari al palo. Sul fronte dei tagli alimentari si rileva, in particolare, come nel 2009 il 41,4% delle famiglie italiane ha ridotto gli acquisti di frutta e verdura, il 37% quelli di pane e il 38,5% quelli di carne bovina. Quanto alla scelta di prodotti di qualità inferiore, invece, l’orientamento delle famiglie italiane ha riguardato - rimarca la Cia- il pane per il 40,2%, la carne bovina per il 46,2%, la frutta per il 44,5%, gli ortaggi per il 39,7%, i salumi per il 32,5%”.

Nel 2009, per riempire il carrello alimentare, ogni famiglia italiana ha speso in media 461 euro al mese. “Una spesa (pari al 18,9% di quella complessiva per un totale di 146 miliardi di euro, anno) assai diversificata per aree geografiche: al Nord è stata pari a 455 euro, al Centro a 472 euro, al Sud a 463 euro. E’ aumentata, inoltre, la percentuale di famiglie (il 10,6% del totale) che ha acquistato prodotti agroalimentari presso gli hard-discount, dove la spesa è a prezzi più che contenuti.

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