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ANCHE ALL’UNESCO, IN TAVOLA, L’ITALIA BATTE LA FRANCIA. LO DICE LA COLDIRETTI

L’Italia con 166 specialità alimentari riconosciute dall’Unione Europea batte nettamente la Francia, che è ferma al secondo posto con 156, ed ha conquistato la leadership in Europa nelle produzioni alimentari di qualità a denominazione o indicazione di origine protetta (Dop/Igp). Lo afferma la Coldiretti nel commentare le dichiarazioni del presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy, secondo il quale la gastronomia francese “è la migliore del mondo” e merita il riconoscimento di patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Peraltro - sottolinea la Coldiretti - una analoga richiesta dall’organismo internazionale delle Nazioni Unite è stata presentata con il sostegno della Commissione Europea dalla Spagna a favore della “dieta mediterranea”, alla cui valorizzazione è direttamente interessata anche l’Italia con primati raggiunti nelle principali produzioni base come la frutta, verdura e pasta e il posto d’onore nella Unione Europea per vino e olio di oliva, dietro a Francia e Spagna.
Al foie gras, all’armagnac, alla soupe a l’oignon e alle escargots, l’Italia può rispondere con piatti che hanno conquistato il mondo e sono molto apprezzati dagli stessi francesi come la pasta e la pizza. Le produzioni “made in Italy” di altissima qualità sono in grado di sfidare e vincere i francesi sul loro stesso terreno come accade per il Parmigiano Reggiano nel campo dei formaggi o per molti vini.
L’annuncio francese giunge nel momento in cui la Francia ha perso il primato delle esportazioni di vino negli Stati Uniti a favore dell’Australia e dell’Italia che - riferisce la Coldiretti - si è classificata, al primo posto, nelle preferenze degli statunitensi con 230 milioni di litri di vino per un valore di 1,12 miliardi di dollari, sulla base delle proiezioni dell’Italian Wine & Food Institute.
L’impegno francese per il riconoscimento ufficiale della cucina d’oltralpe arriva dopo la decisione ufficiale della Francia, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, di vietare sul proprio territorio la coltivazione del mais geneticamente modificato Mon 810 della Monsanto. La decisione della Francia è in linea con quella dell’Italia, dove non si coltivano Ogm grazie al progetto “semina sicura” avviato dalla Coldiretti che ha trovato il sostegno di associazioni ambientaliste e dei consumatori ed ha portato ad una moratoria di fatto per il biotech nei campi. L’Italia ha una ragione in più, per difendere la scelta di evitare a livello nazionale di coltivare produzioni Ogm, perché può vantare i primati raggiunti sul piano della qualità, sicurezza alimentare ed ambientale dall’agricoltura nazionale con la leadership nazionale di ben 163 denominazioni di origine italiane riconosciute nell'albo comunitario sul totale di 756 (21,5%) e per il fatto che una impresa biologica europea su tre è italiana (37,7%) con la superficie nazionale coltivata a biologico che rappresenta più di un quarto (27,7%) del totale coltivato a livello Ue.
Ma anche - continua la Coldiretti - perché ha il record assoluto del 98,5% dei campioni di frutta e verdura con residui di fitofarmaci al di sotto dei limiti di legge che conferma gli ultimi risultati pubblicati dalla Commissione Europea dai quali emerge che la frutta e la verdura “made in Italy” sono le più sicure in Europa con una presenza di residui chimici nettamente inferiore a quella di altri Paesi produttori dove le irregolarità rilevate per i prodotti alimentari sono superiori di tre volte in Germania, quattro volte in Francia e Spagna e di oltre 6 volte in Olanda.
Se sui mercati internazionali sono concorrenti, Italia e Francia hanno però in comune la lotta alla falsificazione dei prodotti tipici poiché sono i due paesi più colpiti dalla pirateria alimentare internazionale che con molteplici esempi di falsificazioni e imitazioni danneggia gli imprenditori e i consumatori sul mercato globale. Se le falsificazioni delle specialità francesi riguardano vini o alcolici come lo Champagne ma anche il Beaujolais, Bordeaux, Cognac e formaggi come Roquefort per l’Italia - precisa la Coldiretti - sono il Parmigiano Reggiano e il grana Padano la specialità alimentari più imitate nel mondo che diventano Parmesao in Brasile, Regianito in Argentina, Reggiano, Parmesano, Grana Padona in tutto il Sud America e Parmesan dovunque, dagli Stati Uniti al Canada, dall'Australia fino al Giappone.
Ma contraffazioni riguardano anche l’Asiago e la Mortadella Bologna made in Usa, il Romano e il Gorgonzola prodotti in Canada, il Chianti in fiasco con tricolore dell'Argentina, il Marsala e il Tinboonzola australiani. Per questo Coldiretti ed Fnsea, due organizzazioni degli imprenditori agricoli rappresentative nei due Paesi, hanno recentemente siglato un accordo per sostenere una maggiore protezione delle Indicazioni Geografiche nell’ambito del negoziato sul commercio internazionale del Wto, al fine di garantire regole per una leale concorrenza sui mercati.
Il commercio mondiale delle imitazioni di prodotti alimentari made in Italy vale 50 miliardi di euro pari a circa la metà dell’intero fatturato del settore originale secondo un’analisi della Coldiretti.

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