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Anche dagli scarti della birra, come per arance e vinacce, si ottengono prodotti di lusso: Maria Paola Merlo, Master sulla birra all’Università di Pollenzo, ha trovato nei lieviti lo “squalene”, molecola della pelle, e ha prodotto una linea cosmetica

Come suggeriva il cantautore-poeta Fabrizio De Andrè “dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior”, e mai come negli ultimi anni questa frase si è rivelata illuminante, non solo dal punto di vista “filosofico”, ma anche pratico. Ultimo esempio è la scoperta di Maria Paola Merlo, torinese, laureata in Chimica e specializzata in Chimica dell’Ambiente all’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo con un Master sulla birra nella stessa Università nel cassetto, oggi proprietaria di un piccolo laboratorio di cosmesi, che analizzando gli scarti del lievito della birra ha trovato lo “squalene”, una molecola della pelle, il più importante costituente del sebo protettivo del cuoio capelluto, e che si trova anche nell’olio d’oliva e nel fegato degli squali (da qui il suo nome curioso, ndr). Con la sua scoperta ha realizzato un prodotto cosmetico di lusso, il Golden Oil Luxurious Transformation che, come spiega la sua creatrice, “è un ricostituente e riequilibrante della fibra capillare, esempio di cosmetico che nasce da un riciclo e riutilizzo consapevole delle risorse naturali in modo sostenibile, secondo i principi della circulary economy e della green economy”.
La sua scoperta è stata concretizzata anche da una tesi di laurea dal titolo “Estrazione dello squalene dai residui di birra: principio funzionale per la formulazione cosmetica ”, che è stata selezionata e premiata da Federchimica. Dalla rilevazione dello “squalene” nella birra e il suo utilizzo in cosmesi (che ha seguito l’utilizzo delle vinacce per prodotti in finta pelle vegana, e gli scarti delle arance per una fibra di tessuto di cui WineNews ha scritto tempo fa, https://goo.gl/Zc4xkD, https://goo.gl/2r3pzd ) in cui Maria Paola Merlo è stata affiancata da Daniela Gaudiello, docente universitaria di Chimica cosmetica, è nata Ambadué-the science of nature la linea di bio-eco cosmesi, vegana e italiana, che utilizza solo attivi innovativi di derivazione vegetale e biologica.
“Ho sposato un birraio - scherza Maria Paola Merlo - e non potevo che iniziare le mie sperimentazioni proprio dal processo di fermentazione della birra. Ho analizzato con cura vari tipi di residui di produzione. Dopo due anni sono riuscita a ottimizzare l’estrazione del principio innovativo, lo squalene, che utilizzerò nel mio laboratorio di cosmesi. È una molecola molto importante per la pelle, in più recupero un residuo alimentare e lo valorizzo con un moderno processo di chimica ragionata”.

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