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ANCHE L’ALIMENTAZIONE E TUTTE LE SUE IMPLICAZIONI ECONOMICHE E SOCIALI TRA LE TRACCE DELLA MATURITA’ 2011. “SIAMO QUELLO CHE MANGIAMO?” IL TITOLO DEL SAGGIO BREVE, TRA NUOVI STILI ALIMENTARI, RICERCHE SCIENTIFICHE E VISIONI SOCIOLOGICHE DEL CIBO

Sarà che le riflessioni intorno al cibo, sotto tanti aspetti, sono sempre più presenti nella quotidianità di tanti, o che la riscoperta di quello che c’è dietro, dall’agricoltura all’industria alimentare, è sempre più d’attualità, fatto sta che tra le tracce della prima prova degli esami di maturità del 2011 è spuntata, un po’ a sorpresa, anche quella dell’alimentazione. “Siamo quello che mangiamo?”, è il tema che gli studenti sono chiamati a sviscerare in forma di articolo o di saggio breve, tenendo presenti le implicazioni che l’alimentazione ha per la salute, di come mangiare sia qualcosa da “pianificare” con attenzione e non da fare sempre come capita. Ma anche degli stili di vita che cambiano il mondo di mangiare, con sempre più persone che mangiano seduti davanti ad un computer in ufficio, o in un bar in maniera frugale. E, ovviamente, delle implicazioni sociali e ambientali che lo stile alimentare implica, in termini di impatto sulla salute pubblica e sull’economia, sul lavoro e sui paesaggi. La scelta di un tema così da proporre ai più giovani è un fatto importante, che potrebbe anche aiutare a misurare la consapevolezza delle nuove generazioni in tema di alimentazione, quello che per loro rappresenta e, di conseguenza, anche che ruolo ha oggi, secondo loro, l’agricoltura, che è quello da cui tutta la filiera del cibo, dai prodotti qualitativamente più alti al peggior junk-food prende inizio.

Focus - La documentazione a disposizione degli studenti per la traccia “Siamo quello che mangiamo?”
“Le evidenze scientifiche pubblicate nell’ultimo anno non lasciano dubbi - dice Massimo Volpe, presidente della Siprec (Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare) - la vita sedentaria è un rischio per il cuore. Se a questo si aggiunge che spesso si mangia male, il quadro generale peggiora. Commettiamo troppi peccati di gola, trascuriamo la dieta mediterranea e gli alimenti cardine di una sana alimentazione. Pochissimi sanno davvero giudicare la salubrità di un alimento, molti si nutrono in modo disorganizzato”. Il 95%, continua l’esperto, dichiara che il pranzo è il pasto più importante, ma poi l’80% sceglie una pasta molto condita accompagnata dal pane. Un italiano su due mangia carne magra, ma c’è un buon 20% che sceglie carni grasse più volte alla settimana; il 45% consuma formaggi come minimo tre volte alla settimana. Uno su tre,
poi, mangia pesce appena una volta alla settimana, mentre andrebbe consumato almeno due, tre volte. “Dobbiamo modificare le nostre abitudini - dice il cardiologo - e renderci conto che la salute del cuore si costruisce mattone dopo mattone, proprio come una casa. Sia il medico che il paziente possono imparare a fare prevenzione”.

Adele Sarno, Otto ore seduti? Il cuore rischia doppio. Arriva l’auto-test per la prevenzione, “la Repubblica” - 1 aprile 2011

“Mercoledì 17 novembre 2010. La quinta sessione del Comitato Intergovernativo dell’Unesco ha iscritto la Dieta Mediterranea nella prestigiosa lista (sc. del patrimonio culturale immateriale dell’umanità). La Dieta Mediterranea rappresenta un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo. La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusi, sempre in rispetto delle tradizioni di ogni comunità. Tuttavia, la Dieta Mediterranea (dal greco diaita, o stile di vita) è molto più che un semplice alimento. Essa promuove l’interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e leggende. La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e
all’agricoltura nelle comunità del Mediterraneo”.

Cni-Unesco, La Dieta Mediterranea è patrimonio immateriale dell’Umanità, www.unesco.it

“La politica alimentare [...] si deve basare sul concetto che l’energia primaria della vita è il cibo. Se il cibo è energia allora dobbiamo prendere atto che l’attuale sistema di produzione alimentare è fallimentare. [...] Il vero problema è che da un lato c’è una visione centralizzata dell’agricoltura, fatta di monoculture e allevamenti intensivi altamente insostenibili, e dall’altro è stata completamente rifiutata la logica olistica, che dovrebbe essere innata in agricoltura, per sposare logiche meccaniciste e riduzioniste. Una visione meccanicista finisce con il ridurre il valore
del cibo a una mera commodity, una semplice merce. È per questo che per quanto riguarda il cibo abbiamo ormai perso la percezione della differenza tra valore e prezzo: facciamo tutti molta attenzione a quanto costa, ma non più al suo profondo significato. [...] Scambiare il prezzo del cibo con il suo valore ci ha distrutto l’anima. Se il cibo è una merce non importa se lo sprechiamo. In una società consumistica tutto si butta e tutto si può sostituire, anzi, si deve sostituire. Ma il cibo non funziona così”.

Carlo Petrini in Petrini-Rifkin. Il nuovo patto per la natura, “la Repubblica” - 9 giugno 2010

“Mangiare mentre si legge la posta, si gioca o si lavora al pc può avere serie conseguenze sulla nostra forma fisica. [...] Secondo quanto riportato dalla rivista American Journal of Clinical Nutrition, chi mangia svolgendo altre attività, sia questa navigare in internet o sui profili degli amici su Facebook, è più propenso ad esagerare con le quantità in quanto non ha il senso delle calorie che sta realmente introducendo e inoltre ha più voglia di dolci. [...] Quindi nonostante sia costume sempre più diffuso quello di mangiare rimanendo “connessi” col mondo intorno a noi, per chi ci tiene a non mettere su chili di troppo, meglio evitare le distrazioni durante i pasti e focalizzare
l’attenzione su quello che si sta consumando”.

Silvia Maglioni, Mangiare davanti al computer fa male alla linea, www.leonardo.it

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