Il Coronavirus e il lockdown hanno cambiato prospettiva e abitudini di milioni di italiani, ma non ne ha certo modificato tradizioni e rituali del cuore: tra questi, l’aperitivo, momento di relax ed evasione, in cui godersi un buon drink in compagnia di amici, colleghi o familiari, dopo una giornata di lavoro o prima di una cena insieme. E, nell’era post-Covid, l’aperitivo cambia faccia e si adegua ai tempi, trasformandosi in “homemade”. Organizzare l’aperitivo nelle case degli italiani o in terrazze all’aperto, infatti, secondo uno studio di Sanbittèr Aperitivo Cool Hunting, condotto su un campione di 1.800 italiani attraverso un monitoraggio dei principali social network, forum, blog e community lifestyle internazionali ed un pool di esperti tra sociologi e bartender, su come sta cambiando e come cambierà il modo di fare l’aperitivo per gli italiani, mette d’accordo oltre un italiano su 2 (51%) anche dopo la fine del lockdown. Il consumo di stuzzichini e cocktail durante la quarantena ha cambiato location, ma non i valori che da sempre lo contraddistinguono come condivisione (57%), svago (43%) e relax (48%), senza dimenticare amicizia (41%) e socializzazione (47%). Se i valori restano sempre gli stessi, con i tempi che corrono, a cambiare sono state le modalità e le location in cui il rito dell’aperitivo si consuma: un italiano su due, appunto, preferisce organizzarlo in casa, invitando gli amici più stretti, mentre meno di un terzo (32%) non rinuncia a consumare stuzzichini e cocktail fuori casa, convinto che l’esperienza all’interno di bar e ristoranti sia non replicabile tra le mura domestiche, ma stando attento a scegliere locali poco affollati e, complice la bella stagione, sicuramente all’aperto.
Del resto l’aperitivo è un rito tutto italiano, la cui nascita risale a fine Settecento a Torino, ed è comprensibile perché gli italiani non abbiano intenzione di separarsene: e allora, anche l’aperitivo si adatta. Ma perché a casa? Principalmente per vivere serenamente il momento dell’aperitivo (53%), in spazi sicuri con persone fidate ed evitando assembramenti (36%). Inoltre, “l’homemade” consente di risparmiare (41%) e di scegliere materie prime e prodotti da usare (45%). E quante volte viene fatto a settimana? Quasi 4 italiani su 10 (38%) sono soliti organizzarli due volte a settimana, principalmente nei weekend, il 33% solo una ed il restante 29% “anche tre volte”. Chi decide invece di riprendere, in tutta sicurezza, la buona abitudine dell’aperitivo fuori casa lo fa principalmente perché crede che l’atmosfera che si crea nel bar di fiducia sia unica ed irripetibile (41%), ha bisogno di riprendere a fare nuove conoscenze (33%) in spazi pubblici e allo stesso tempo vuole contribuire nel sostenere il barista di fiducia e in generale una delle categorie che più ha risentito del lockdown (26%).
Anche a casa, però, a vincere è il “comfort drink”: per oltre la metà (52%) dei rispondenti, infatti, il cocktail preferito risulta essere l’elemento indispensabile, complice anche l’opportunità di realizzarlo in casa grazie alle ricette che si trovano in rete e di personalizzarlo in maniera creativa. Secondo il 44% “non possono mancare patatine e salatini vari”, mentre poco meno di 4 su 10 (38%) si diverte a preparare pizzette e focaccine o finger food fatti in casa. I più pigri (44%) ricorrono invece a servizi di food e drink delivery per i propri aperitivi domestici.
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