A poche settimane dalla pubblicazione dello studio dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) sugli inaccettabili effetti degli insetticidi neonicotinoidi, utilizzati per il trattamento delle sementi e considerati causa del grave fenomeno della moria delle api, le cui conclusioni scientifiche sono state definite “inquietanti” dalla stessa Commissione Ue, il processo decisionale europeo si è finalmente avviato. La Commissione ha proposto al Comitato permanente per la catena alimentare e la salute degli animali di sospendere per 2 anni, da luglio 2013, l’uso di tre pesticidi appartenenti sempre alla famiglia dei neonicotinoidi per le produzioni che attirano le api. Periodo che permetterà di analizzare la situazione e valutare eventuali modifiche alla legislazione vigente. E dopo il commento a WineNews di Francesco Panella, alla guida degli apicoltori dell’Unaapi, per il quale se quella dell’Efsa “è una vera e propria “revisione” degli studi condotti da anni ed anni”, per lo stop proposto dalla Commissione Ue “c’è da vedere come andrà a finire”, Roberto Burdese, presidente Slow Food Italia, accoglie “con favore le dichiarazioni del commissario Ue alla Salute Tonio Borg, che riconosce come la salute delle api sia fondamentale per assicurare la salvaguardia di agricoltura e ambiente”, sottolineando che “i risultati del progetto europeo Step (Status and Trends of European Pollinators) rivelano infatti che circa il 16% delle colonie europee di api sono scomparse tra il 1985 e il 2005, con perdite enormi in alcuni stati europei, tra cui Inghilterra, Germania e Svezia”. Germania e Inghilterra però, come già fatto notare da Panella, insieme alla Spagna, sono proprio tra i Paesi che hanno espresso contrarietà alla proposta della Commissione e che potrebbero cercare di rallentarne l’iter durante il prossimo Consiglio Europeo Agricoltura e Pesca”.
“Ora anche l’Efsa contesta le autorizzazioni concesse dalla Commissione Ue, che dal canto suo sta avviando una difficile riconversione in merito agli insetticidi oggi più utilizzati: questo segna indubbiamente un grande passo avanti”, ha detto Panella, ma rimangono ancora “troppi interrogativi”, a partire da quel “luglio 2013”, “perché i tempi dell’Europa sono lunghi e i semi della stagione 2013 sono già pronti. Senza dimenticare che 3 Paesi del peso di Germania, Spagna e Inghilterra sono contrari (non conta la maggioranza, ndr) e quindi vedremo come andrà a finire”.
Secondo il progetto Step, le api domestiche e selvatiche contribuiscono all’impollinazione dell’84% delle 264 specie da raccolto e 4.000 varietà di vegetali, contribuendo notevolmente all’economia europea.
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