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Ancora scontri a Bruxelles per l’allarme Xylella. Nichi Vendola: “bisogna impedire che la Xylella si espanda, senza però eradicare tutti gli ulivi del Salento”. Paolo De Castro: “eradicazioni massicce non le propone nessuno”

“Quella dell’eradicazione non è una scelta generalizzata, si tratta di eradicare solo a nord del Salento dove si prova a costruire una specie di barriera, una sorta di linea tagliafuoco, per impedire che la Xylella si espanda” a dirlo è stato il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, a margine di un incontro con gli eurodeputati a Bruxelles.
“Nel territorio in cui adesso è contenuta - aggiunge Vendola - bisogna imparare a conviverci. Sperimentare tutte le forme utili per impedire i danni. La zona cuscinetto, cade nella zona intorno a Oria, una parte che presenta focolai di infezione. Non si tratta di pulire completamente dalla presenza degli alberi di ulivo. Si tratta di eradicare le piante infette. Speriamo che l’operazione venga fatta nel giro di poche settimane”.
Quanto all’ipotesi di eradicare anche piante sane, il governatore pugliese risponde: “si vedrà nella decisione comunitaria che sarà assunta a fine mese. Per quello che ci riguarda, ora è importante colpire le piante che sono focolai di infezione e di propagazione del batterio. Nello stemma della Regione Puglia c’è l’ulivo - dice - è il principale fattore identitario. La Puglia ha 60 milioni di ulivo, e 4-5 milioni hanno secoli di vita. Non sono solo straordinarie sculture naturali, ma anche un grande patrimonio di biodiversità. L’identità del paesaggio pugliese è soprattutto nel rapporto tra gli uliveti storici ed il mare, per quello veniamo colpiti al cuore - evidenzia -. E anche le reazioni più emotive sono comprensibili alla luce di questo fatto profondo. Per questo chiediamo non di essere puniti per questo flagello, ma di essere aiutati a combatterlo. Gli agricoltori pugliesi sono vittime di questa situazione - aggiunge -. Non devono essere considerati come colpevoli, devono essere aiutati ad affrontare un passaggio così drammatico. Occorre interrogarsi sulla vulnerabilità delle frontiere dell’Europa dato che la Xilella è stata probabilmente importata dall’America latina. Quindi c’è un problema di sicurezza su tutto ciò che circola nel vecchio continente. L’Ue scelga la strada del finanziamento delle attività di ricerca”.
“Eradicazioni massicce non le propone nessuno - ribatte il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo Paolo De Castro - il problema è che la Xylella è un batterio da quarantena - spiega De Castro - la direttiva dice che le fonti di inoculo vanno eradicate, ma non nelle zone infette, nella zona cuscinetto, dove dobbiamo bloccare l’avanzata verso nord. È lì che dobbiamo eradicare le piante infette in modo selettivo, per togliere le fonti di inoculo e garantire che non ci sia rischio che questa batteriosi avanzi verso il nord della Puglia. Poi - aggiunge - nelle aree infette dobbiamo trovare dei modi di convivenza, ecco perché questa nostra risoluzione vuole chiedere all’Europa più impegno sulla ricerca, perché è indubbiamente un fatto nuovo a cui la ricerca deve dare delle risposte. Sulla Xylella mi aspetto che ci sia un gioco di squadra, non solo da parte dei gruppi politici dell’Europarlamento, ma anche da parte della Commissione, perché non c’è dubbio che il sistema di gestione delle frontiere europee ha fatto acqua, perché questo batterio da qualche parte è entrato. Di certo - sottolinea De Castro - non è colpa degli agricoltori, che devono essere sostenuti in questo drammatico problema. Il Parlamento fa la sua parte. Ancora una volta il dibattito che porteremo in aula dal 27 al 30 aprile, sulla Xylella fastidiosa e i drammi che stiamo vivendo nella Regione Puglia, è un’iniziativa della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo”.

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