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AND THE OSCAR GOES TO … BERGAMOTTO! ALL’AGRUME DI CALABRIA LA PALMA DEL MADE IN ITALY PIU’ ESPORTATO NEL MONDO CON QUASI IL 100% DI EXPORT. L’OLIO CHE SE NE RICAVA E’ PRIVILEGIATO DAI MERCATI FRANCESE, INGLESE, TEDESCO E SVIZZERO

E’ il bergamotto “made in Calabria” il simbolo dell’export agroalimentare italiano nel mondo. L’olio essenziale che si ricava da questo agrume va quasi tutto all’estero. Il bergamotto, che viene prodotto esclusivamente in una parte della provincia di Reggio Calabria, trova il suo utilizzo privilegiato nell’industria profumiera internazionale. Lo dice Il Velino, secondo cui l’olio essenziale di bergamotto, infatti, ha la funzione non solo di fissare il bouquet aromatico dei profumi, ma anche di armonizzare le altre essenze in essi contenute. Non solo, seppure in misura molto minore, il bergamotto, grazie alle proprietà antisettiche e antibatteriche, viene impiegato nell’industria farmaceutica e nell’industria alimentare come aromatizzante di dolci e liquori.

“Per il 90% la produzione è assorbita dall’industria dei profumi - spiega Ezio Pizzi, commissario del Consorzio del Bergamotto e presidente del Consorzio di tutela - e quasi 100% dell’olio essenziale viene esportato. In pratica il bergamotto è molto più famoso all’estero di quanto non lo sia in Italia”. Mercato privilegiato la Francia insieme a Inghilterra, America, Germania e Svizzera.

“La nostra produzione - sottolinea Pizzi - è di certo inferiore alle richieste del mercato. D’altronde ci sono grandi margini di crescita nel mercato. La Calabria non ha concorrenti. L’unico altro Paese dove si trova il bergamotto è la Costa d’Avorio, anche se - continua Pizzi - se ne produce poco e le caratteristiche sono molto diverse. Possiamo ben dire di essere gli unici produttori al mondo. In Costa d’Avorio si producono 7/8.000 chili anno a fronte dei nostri 10.000 chili e al posto dei 360 componenti che costituiscono il nostro olio essenziale il loro si ferma a 150”. Eppure solo negli ultimi anni il bergamotto ha iniziato a “risalire la china”.

L’obiettivo è chiaro: “tornare ai fasti del passato. Il Consorzio deve avere il peso che aveva trent’anni fa. Perché il bergamotto - conclude Pizzi - può essere veramente il volano dell’economia di questa parte d’Italia”.

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