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VINO E RICONOSCIMENTI

“Angelo Gaja, champion of italian wine”, per la terza volta in copertina su “Wine Spectator”

Il produttore icona del Barbaresco, intervistato da Marvin Shanken, nel numero di Aprile 2024, a 50 anni dal suo primo viaggio negli Stati Uniti

“Carismatico”, e soprattutto “ossessionato dal convincere gli americani che i vini di Barbaresco meritassero un posto al tavolo dei grandi classici del vino del mondo. Oggi, può riposare sapendo che ha raggiunto quell’obiettivo”. Così Marvin Shanken, editore di “Wine Spectator”, introduce l’intervista ad “Angelo Gaja, champion of italian wine”, storia di copertina del numero di Aprile 2024 della rivista americana (che conta quasi 4 milioni di lettori nel mondo) che, come spesso succede, parla di Italia nel numero che viene diffuso nel mondo nel periodo di Vinitaly ed OperaWine. E che per uno dei produttori più celebri d’Italia e del mondo, è la n. 3, visto che Gaja era finito in copertina già nel 1985, primo in assoluto tra i produttori tricolore - quando l’Italia enoica ancora non era una grande potenza esportatrice come oggi - e nel 2011. Un primato assoluto, oggi, quello di Angelo Gaja, che, fino a questa edizione, contava due copertine come un altro grande signore del vino italiano come Piero Antinori (nel 1994 e, con le figlie Albiera, Allegra e Alessia, nel 2015), mentre in copertina, negli anni, sono finiti anche Oscar Farinetti (nel 2013), e ancora Lodovico Antinori (nel 2016), Marilisa Allegrini (nel 2017) e Nicolò e Priscilla Incisa della Rocchetta (Sassicaia, Tenuta San Guido) nel 2018.
Un’intervista in cui Shanken e Gaja riflettono insieme degli ultimi 50 anni di storia del vino, vissuta da protagonisti, e anche sul futuro, e che, in qualche modo, celebra un anniversario, visto che, si legge sul sito di “Wine Spectator”, “quando Angelo Gaja fece il suo primo viaggio negli Stati Uniti, nel 1974, il mercato per i fine wine italiani era piccolo. Ha viaggiato instancabilmente, promuovendo la sua convinzione che i vini di Barbaresco, del Piemonte in generale e di tutta Italia potessero essere di livello mondiale”.
“Il mio aneddoto preferito su Angelo Gaja risale al 1991”, racconta Marvin Shanken, che spiega come Angelo Gaja avesse sempre risposto “impossible” alla sua richiesta di tenere una presentazione alla celebre “New York Wine Experience”. Ma alla fine Shanken convinse Gaja, che condusse un seminario davanti a 1.000 persone. “Alla fine del seminario c’era una pausa, che è il momento in cui tutti corrono verso le porte per fare altre cose in giornate davvero intense. Questa volta, tuttavia, alla fine del seminario, centinaia di partecipanti si misero in fila per salutare Angelo Gaja e stringergli la mano. Era come se stessero incontrando il Papa. In 42 anni di “Wine Experience” non ho mai visto un pubblico così affezionato ad una persona. Carisma”. Nell’intervista (che si potrà leggere anche on line su “Wine Spectator” dal 12 marzo 2024, ndr), Marvin Shanken ed Angelo Gaja parlano anche del futuro, che è rappresentato dai tre figli di Angelo Gaja e della moglie Lucia, Gaia, Rossana e Giovanni.
Nel numero di Aprile 2024 della rivista “Wine Spectator”, inoltre, spiega Marvin Shanken, nel suo editoriale, c’è anche un ampio articolo di degustazione sui vini del Piemonte, firmati da Bruce Sanderson, che ha dato all’annata 2019 una valutazione generale di 97 punti su 100. “E Gaja è ben presente tra i top wines, sia con Barbaresco che con Barolo”, scrive ancora Shanken. A cui, dunque, arriva un ennesimo riconoscimento, in una fase in cui Angelo Gaja si prepara (lentamente) ad uscire di scena o quanto meno a fare un passo indietro, a favore (ed insieme) ai propri figli alla guida della cantina di Barbaresco (ma anche Montalcino e Bolgheri).

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