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ANNATA AGRARIA 2007: PIU’ PRODUZIONE MENO REDDITI. LA CIA SPIEGA: “CRESCONO PREZZI ORIGINE (+2-3%), CARO GREGGIO PESA SU COSTI”

Un’annata in chiaro-scuro, quella del 2007, per l’agricoltura del nostro Paese: secondo l’analisi diffusa dall’ufficio studi di Cia-Confederazioen Italiana Agricoltori, la produzione dovrebbe registrare un aumento del 3,6%, il valore aggiunto un + 1,9%, i prezzi all’origine un incremento tra il 2 e il 3%, gli investimenti un calo dell’1/2%, i redditi degli agricoltori un taglio tra l’1 e l’1,5%; i costi di produzione dovrebbero attestarsi intorno a un +3/4%, e tutto a fronte di un calo dei consumi agroalimentari dell’1,9%. La Cia-Confederazione italiana agricoltori che ha elaborato le stime, l’11 novembre, Festa di San Martino che per antica tradizione si fa coincidere con la fine dell’annata agraria e l’inizio della nuova.

Per l’agricoltura italiana - sottolinea Cia - si aprono flebili spiragli di ripresa, ma si confermano anche molte difficoltà. I segni positivi registrati dal settore non compensano i dati fortemente negativi degli anni passati. La ripresa produttiva si contrappone al consistente calo (-5%) dello scorso anno. Stesso discorso del valore aggiunto: la crescita del 2007 non riesce a coprire il crollo del 3,9% del 2006 e del 4,2% del 2005.

Sul fronte dei prezzi, la crescita di quest’anno - sottolinea Cia - è dovuta soprattutto agli aumenti dei listini delle produzioni di cereali (grano in testa) ed è arrivata dopo un 2006 in costante diminuzione, con punte negative che hanno superato il 7-8%. Il calo dei redditi degli agricoltori arriva dopo due anni particolarmente bui (-10,4% nel 2005; -3,4% nel 2006) mentre continuano a lievitare i costi produttivi dovuti, afferma Cia, “in maniera determinante” al “caro-petrolio” ma sui quali pesano anche “oneri contributivi e adempimenti burocratici”. Negli ultimi 10 anni la superficie agricola presa é stata di 18,5 mila chilometri quadri.

Nell’andamento produttivo, la Cia evidenzia che il settore vegetale dovrebbe recuperare il calo registrato nel 2006, per attestarsi sui livelli del 2005. In particolare, nel comparto dei cereali invernali si registra una sostanziale stabilità (- 0,3% sul 2006), dovuta all’andamento in crescita del frumento duro (+0,9%) e del frumento tenero (+0,6%), che hanno compensato il trend negativo dell orzo (-6,4%).

Per quanto riguarda, invece, il comparto vino, la vendemmia 2007 ha avuto una diminuzione di oltre il 10%.

Nel settore zootecnico, secondo le stime Cia, dovrebbe registrare una ripresa determinata dal positivo recupero del comparto avicolo, che sembra aver superato gli effetti della forte crisi causata dall’influenza aviaria. Il comparto suino registra invece pesanti difficoltà e gli allevatori vedono diminuire fortemente i prezzi e crescere i costi produttivi. Risultano sostanzialmente stabili invece sia le carni bovine e bufaline che la produzione di latte. L’incremento produttivo agricolo del 3,6% è così determinato da una crescita del 4,2% del settore vegetale e del 2,5% di quello zootecnico. Questi dati preliminari (che potrebbero essere soggetti a variazione) - sostiene la Cia - riaffermano la necessità di una rinnovata attenzione nei confronti dell’agricoltura italiana.

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