Annata di stabilizzazione, ma di qualità eccellente: la produzione italiana di olio di oliva dovrebbe attestarsi sui 5,2 milioni di quintali, con un incremento del 2%. Questa stabilità nella produzione è dovuta principalmente alla siccità che ha condizionato i risultati determinando una riduzione dell'11% rispetto alla media delle ultime quattro annate. E' questo il profilo della campagna olivicola 2001/2002 in Italia presentato a Roma dall’Ismea e Unaprol.
Tra le grandi regioni olivicole solo la Puglia con oltre 2 milioni di quintali di olio previsti per quest' anno registra un discreto aumento dei volumi rispetto alla scorsa annata (+12%). La Calabria invece, limita i progressi a un +3% (la produzione dovrebbe risultare appena inferiore a 1.350.000 quintali) contro una flessione dell'11% prevista in Sicilia con un quantitativo pari a circa 473.000 quintali. In calo la produzione di Campania e Abruzzo dove si valutano riduzioni
rispettivamente del 7,5% e di quasi il 34% nei confronti del 2000. In controtendenza il Lazio che aumenta del 17% la produzione di olio di oliva di pressione, mentre a una magra performance in Toscana (+0,7%) farebbe riscontro un brusco ridimensionamento in Umbria (-41%). Note positive giungono, invece, dalle regioni del nord Italia meno vocate come il Triveneto, la Lombardia e l' Emilia Romagna. Di segno opposto il bilancio produttivo della Liguria che, con un -30%, dovrebbe portare la produzione 2001 al di sotto dei 35.000 quintali.
La bilancia commerciale, nel primo semestre 2001, il saldo con l’estero degli oli di oliva è risultato negativo per 171 miliardi di lire, mentre nel 2000 e, nello stesso periodo, l’interscambio chiudeva in attivo per 45 miliardi. Le importazioni di oli di oliva e di sansa hanno registrato nel complesso una crescita del 45% in volume e del 28% in valore rispetto al primo semestre 2000. In aumento anche l' export nazionale (+9%) anche se i corrispettivi introiti hanno segnato un -2% in seguito a un forte calo dei prezzi medi unitari.
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